Il 2016 sarà l’ultima chance per Roger Federer

3 anni fa, durante quel dannato 2013, i tifosi di Federer si chiedevano quanto ancora lo svizzero sarebbe potuto rimanere nel circuito. Nessuno davvero credeva, dopo un’annata tanto disastrosa come quella, che il tennista elvetico sarebbe tornato a vincere qualcosa di importante e che avrebbe giocato ancora diversi anni. Invece la cura Edberg ed una ritrovata forma fisica hanno allungato notevolmente la carriera del tennista di Basilea facendolo tornare a vincere tornei di medio livello e ad annusare soltanto trofei importanti. Nelle ultime due stagioni Federer ha vinto ben 12 trofei, tra cui 3 Master 1000 e la tanto ambita coppa Davis e ha giocato 3 finali del Grande Slam, tutte perse con il solito Djokovic. Oggi, all’inizio del 2016, ci si chiede ancora una volta, se quest’anno rappresenti l’ultima chance di Roger Federer, l’ultima possibilità per trionfare ancora una volta in un major.

Pensare allo svizzero ancora competitivo nei tornei che contano a 35 anni risulta difficile per qualunque intenditore di tennis, anche se si sa, ci ha sempre abituato a belle sorprese. Quest’anno una grande novità è stata la scelta di Ivan Ljubicic come nuovo coach, al posto di Stefan Edberg. E’ chiaro che, dopo due anni di tennis spumeggiante e offensivo che rimarrà nel dna svizzero per tutta la sua ultima parte di carriera, la scelta di Roger sia ricaduta su un ex tennista di grande esperienza e solidità, capace probabilmente di fargli ritrovare quel gioco di sfondamento da fondo campo che può fargli battere i più forti su tutte le superfici. La scelta potrebbe essere vincente, specie se si considera quanto Ljubicic conosca tutti i tennisti del circuito, avendoli sfidati appena qualche anno fa. La programmazione del 2016 del tennista rossocrociato vede un totale abbandono dei tornei in terra battuta e come al solito una preparazione mirata per raggiungere il top della forma in estate tra Wimbledon, le Olimpiadi e lo US Open. Esattamente come l’anno scorso, quando il grande Roger sembrava essere tornato quello di un tempo che annichiliva tutti gli avversari con un gioco impressionante. In finale però, c’è sempre stato Djokovic implacabile e glaciale: una macchina. La realtà è che in queste ultime 3 finali Slam vinte dal serbo contro il suo grande rivale, non c’è mai stata l’impressione che il più vecchio dei due potesse prevalere. La supremazia fisica e a livello di continuità di Nole è tanta, troppa perchè Federer possa prevalere. La realtà dei fatti è che oggi come oggi risulta difficilissimo pensare che quel numero 17 possa diventare un 18 nella bacheca svizzera. Federer non può battere Djokovic, non in una finale Slam 3 su 5 e Djokovic non può perdere da nessuno se non incappa in una brutta giornata.

Tante poi sono le variabili, rispetto al 2015, che potrebbero definitivamente estromettere Federer dalla lotta alla conquista dei major: il possibile ritorno di Nadal ad alti livelli, un Murray che potrebbe essere in grande fiducia dopo la vittoria della Davis e il solito Wawrinka che non si sa mai che prestazione possa tirare fuori. Risulta arduo pensare oggi che un Federer 35enne possa vincere uno Slam battendo in fila 2 dei 4 giocatori più forti del mondo. Le combinazioni che dovrebbero innestarsi per una vittoria svizzera per esempio sui verdi prati, sono tante, forse troppe. La grande speranza sono le Olimpiadi di Rio, obbiettivo dichiarato già nel 2012. Sul veloce ed al meglio dei tre set Roger può ancora essere considerato il numero 1 al pari di Nole e dunque le possibilità di arrivare in fondo sono ben più alte.

Tuttavia, tutte queste considerazioni, sono pura teoria in quanto realmente non possiamo sapere che Federer vedremo in campo nel 2016 a partire dagli Australian Open, primo Slam dell’anno. Certamente però, questa stagione sarà davvero l’ultima chance per il più grande di sempre di trionfare ancora una volta sui campi dove ha vinto ben 17 volte e di vincere le Olimpiadi. Le probabilità sono poche e il tempo a disposizione poco, ma si sa, il fato a volte riserva ai grandi della storia un’ultima grande gloria prima della fine.

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