A tu x tuif: Intervista al Prof. Massimiliano Schiraldi

Ecco la seconda intervista della serie “a tu x tuif” che i ragazzi di UIF stanno redigendo in collaborazione con i nostri docenti. Questa volta ci siamo rivolti al professor Massimiliano Schiraldi. Professore Associato presso l’Ateneo di Tor Vergata, insegna impianti industriali e production management nel corso di ingegneria gestionale. Formazione accademica da ingegnere gestionale, consegue il dottorato nel 2003. Responsabile di molte collaborazioni tra università italiane ed estere, imprese nazionali e multinazionali.

Perché scegliere la Scuola di Ingegneria e perché l’Ingegneria Gestionale?

L’ingegnere è una figura ideale per le aziende, perché possiede un background analitico forte ed è dotato di spiccata confidenza con il numero: stima l’ordine di grandezza dei fenomeni con rapidità, è affidabile nella verifica e nello studio dei dati e gli ingegneri bravi riescono a risolvere problemi complessi molto facilmente.

L’ingegneria gestionale nasce come una fusione delle altre specializzazioni, con lo scopo di formare un professionista utile all’azienda: in genere, i corsi tipicamente progettuali (meccanica, energetica e civile ndr) non si concentrano su elementi di management e di organizzazione, mentre l’ingegneria gestionale sì. L’ingegnere gestionale ha una visione sistemica del business aziendale, conoscendo sia gli aspetti industriali, come gli impianti produttivi ed i sistemi informativi, sia quelli finanziari.

La figura dell’ingegnere gestionale è molto ricercata in tutta Italia ed ha delle percentuali altissime di placement. La percentuale di impiegati a tre anni dalla laurea in Ingegneria Gestionale conseguita a Tor Vergata ha raggiunto il 100% due anni fa, con stipendi di ingresso molto alti rispetto alla media.

Il nostro Ateneo è stato pioniere nell’introduzione di questo corso di laurea.

La scuola di ingegneria gestionale, qui a Tor Vergata, è stata portata da Agostino la Bella e dal compianto Mario Lucertini. Loro puntarono sull’insegnamento della Ricerca Operativa (Operation Research), materia che permette di formalizzare in termini matematici qualsiasi problema quantitativo che ci si trovi a dover risolvere. Spesso però le assunzioni necessarie alla formulazione matematica allontanano il modello dal problema reale. L’Operation Management si focalizza sul riportare i modelli alla pratica reale. La combinazione di queste due discipline è vincente.

Come ha visto cambiare l’offerta formativa in questi anni?

L’aggiornamento dell’offerta formativa di un Corso di Laurea passa attraverso complicate direttive ministeriali ed è di per se complesso; anche in piccolo, la modifica del programma di un corso è sempre un bagno di sangue (sic) e posso garantirlo poiché lo sto vivendo proprio quest’anno sui miei corsi (http://nova.ilsole24ore.com/esperienze/ecco-eiduco-lezioni-senza-frontiere/). Questa evoluzione è però necessaria per non rendere statica l’università.

Le aziende vengono interpellate per l’allineamento dei piani di studio alle necessità del mondo del lavoro? Gli studenti sono opportunamente ascoltati?

Per quanto gli indicatori dell’ANVUR (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca) possano dirsi criticabili, l’introduzione del ciclo di quality assurance ha stimolato il dialogo tra le parti sociali e l’accademia. La nostra Macroarea di Ingegneria ha istituito un Advisory Council con rappresentanti di 20 aziende (http://ing.uniroma2.it/lavoro/). Oltre a ciò, i feedback che arrivano dai questionari compilati dagli studenti vengono tenuti in considerazione nelle riunioni dei Consigli di Dipartimento ed alcuni sono consultabili on-line (https://valmon.disia.unifi.it/sisvaldidat/uniroma2/). Dovremmo comunque puntare sempre di più anche sull’orientamento in itinere e in uscita (placement ndr), insieme a quello in ingresso.

Cosa stimola un ingegnere eclettico e preparato come lei a dedicarsi alla didattica?

Il docente universitario non può limitarsi all’insegnamento di nozioni utili al laureando per operare nelle aziende ma deve renderlo consapevole di come affrontare il mercato del lavoro: l’università deve essere il motore primo della costruzione della classe dirigente del Paese grazie alla proposta di un offerta formativa adeguata ed internazionale ed alla disponibilità di stage curriculari interessanti e formativi. Il docente universitario deve prendere gli studenti e formarli per affrontare il mondo delle aziende con la giusta coscienza. Per me lo stimolo arriva dalla sincera riconoscenza dei miei tesisti e dall’encomio che le aziende ne fanno.

Il dottorato può ritenersi utile per il completamento della formazione?

La spendibilità del titolo di dottorato in Operation Management, disciplina fortemente connessa con il lavoro delle aziende, è decisamente elevata poiché queste ultime apprezzano in particolar modo le esperienze progettuali pratiche, svolte durante i tre anni. Ma altri tipi di dottorato possono orientarsi maggiormente su percorso di ricerca pura o insegnamento.

Quello di stimolare l’associativismo studentesco e l’operatività tra gli studenti delle diverse macro aree potrebbe rappresentare una chiave per ottenere soft skill richieste dalle aziende come la leadership o la capacità di lavorare in team?

Si sta lavorando sull’identità di “campus” che Tor Vergata deve consolidare. Completando lo spostamento di Scienze, Tor Vergata diventerebbe il più grande campus universitario d’Europa.

Lei è sempre riuscito a conciliare le sue passioni con i suoi studi?

No.

Sono stato un attivista del WWF e schermidore a livello agonistico. Nel periodo in cui studiavo ingegneria la mole di lavoro era decisamente elevata; all’epoca non feci neppure l’Erasmus perché lo consideravamo una perdita di tempo e spostai l’esperienza all’estero al periodo del Dottorato, in Olanda. Tutti finivano gli studi in sette o otto anni e l’importante era non impiegarne una dozzina!

Consiglierei di trovarsi degli hobby che siano spendibili dopo la laurea oppure attività che possano mostrare forza leaderistica e conoscenza di contesti tecnici: il WWF ad esempio era allineato con le mie passioni e fortunatamente riuscii a scegliermi un ruolo (organizzazione dei volontari nella delegazione Lazio ndr) che ricalcasse anche quello che studiavo.

Un consiglio a chi ha iniziato adesso l’università e uno a chi si sta laureando.

Ai primi consiglio di fare un’esperienza Erasmus in paesi in cui si parla inglese ma dove questa non sia la madrelingua: in questi paesi si ha modo, soprattutto se non parla ad un buon livello, di fare pratica senza essere messi all’angolo dalla propria pronuncia. Per chi si sta laureando consiglierei di scegliere un relatore che sia consapevole del fatto che, in mano, ha la carriera futura dello studente e proponga tesi spendibili in azienda e stage professionalizzanti.

Una domanda fuori dal contesto. Chi è il suo sportivo di riferimento?

Mi piace lo sportivo che non molla. Alex Zanardi si è reinventato e manda il messaggio che la vita vale viverla in ogni caso. Perciò lui.

Ci tengo a citare Eleonora de Paolis, nostra studentessa, che in seguito ad un incidente ha perso l’uso delle gambe ed adesso fa canottaggio a livello paralimpico.

Homepage http://dii.uniroma2.it/?membro_personale=schiraldi

Socialnetwork http://www.linkedin.com/in/mmschiraldi

Gli Autori: Silvia Monosilio e Patrizio Perilli

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