Studiare sì, ma non basta

Nonostante la mia fosse un’opinione maturata da tempo, ci ho messo un po’ prima di scrivere quest’articolo ed esprimere un mio giudizio sul tema dello studio universitario. Questo perché, ogni osservatore e saggio che si rispetti, pondera sempre ogni parola e guarda attentamente prima di esprimere un giudizio; non è mai tutto bianco o nero, ci sono sempre tante sfumature.

Detto ciò, premetto, rifiuto ogni teoria che sostenga che lo studio non conti più e che la laurea non serva a niente. D’altronde lo dicono i numeri: i laureati hanno molte più probabilità di trovare un’occupazione rispetto ai non e, all’aumentare del grado del titolo di studio, le chances crescono sempre più. Certamente, l’Italia, dovrebbe fare sforzi ulteriori per modernizzare e rendere più efficiente il sistema universitario, passando per un apprendimento specifico basato più sulla pratica che sulle nozioni e incrementando i collegamenti tra atenei e mondo del lavoro. Questi due punti sono essenziali per aumentare il costo-opportunità dell’università per i giovani, ad oggi poco attratti e scoraggiati dall’intraprendere gli studi accademici (l’Italia è penultima in europa per numero di laureati!).
Fatta questa lunga premessa sull’importanza di studiare e del titolo di “dottore”, voglio concentrarmi sul vero scopo dell’articolo, che non è un’analisi del sistema universitario nostrano e dei suoi punti deboli, ma bensì l’approccio dei giovani all’università.

Il termine “università” ha il significato di “totalità, universalità”, ad indicare proprio l’insieme delle numerosissime discipline e dei diversi livelli di cultura che queste istituzioni contengono al loro interno. Oggi, questo significato, potrebbe essere inteso come l’insieme di saperi, di competenze e di know-how contenuti nelle varie facoltà. Dunque, un ateneo, è da considerarsi una fonte incredibile e inesauribile di cultura, ma anche di opportunità e occasioni. Attorno a noi ci sono migliaia di studenti che percorrono strade simili alle nostre e centinaia di docenti e professionisti che, oltre ad insegnare le loro discipline, fanno ricerca e portano avanti la loro carriera accademica o professionale. Dunque, come non considerare l’università come un’unica grandissima occasione? Un’occasione di crescita per le proprie competenze in vari ambiti, per le esperienze di vita, per conoscere altre culture e modi di approcciarsi alla vita e al futuro e, ovviamente, una grande occasione professionale. Purtroppo, però, soltanto una piccolissima parte di studenti (e non solo) concepiscono in questo modo l’esperienza accademica. La laurea è vista esclusivamente, anche per i più ambiziosi e curiosi, come un semplice foglio di carta, da ottenere con il massimo voto possibile per poter partecipare con successo ad un concorso pubblico o avere più possibilità di lavoro nell’ambito privato. Certo, è vero che per partecipare ai concorsi e arricchire il curriculum, occorre un voto di laurea alto e nessuno può negare l’importanza di ciò, ma concepire l’università come un esamificio è un grandissimo errore, sia per il senso stesso dell’accademia sopra spiegato, sia perchè, chi ambisce a grandi successi, ha bisogno di qualità più ampie rispetto a quelle che le singole materie forniscono e di un quadro molto più generale delle cose come funzionano. A livelli più alti, salvo casi di particolari ambiti scientifici, non è sufficiente avere la conoscenza perfetta di una materia o di un argomento, ma occorre: sapersi relazionare con gli altri professionalmente, saper cogliere certe situazioni personali, conoscere il funzionamento di prassi consolidate, capire praticamente come avvengono i processi decisionali, saper lavorare in un gruppo di persone, pensare e agire con razionalità, progettare degli obiettivi, creare e attuare delle strategie,… Potrei continuare molto a lungo! Si tratta di capacità che sono richieste in posti di grande rilievo e che solo con la pratica e mettendosi in gioco si apprendono. E’ assolutamente vero che, in sede di colloquio di lavoro, non è solo il curriculum ad essere analizzato, ma la persona stessa, messa alla prova in particolari situazioni!

Ho imparato personalmente che ci sono delle cose che non si possono insegnare e che soltanto con l’esperienza personale si possono davvero apprendere. E’ importante, quindi, approfittare delle occasioni che si presentano in università per crescere non solo in termini tecnici ma anche personali e caratteriali: partecipazioni ad iniziative, workshop, convegni, presentazioni, progetti, eventi, conferenze, associazionismo universitario,… sono tutti punti salienti del percorso di studi, accanto alla volontà forte di conoscere altre persone, altre culture e punti di vista e, perchè no, altre discipline! Chiunque abbia intrapreso tali esperienze può sicuramente spiegare meglio quanto ci si sente arricchiti al termine dei 3, 5 o più anni di studio, se si ha studiato in maniera proattiva. Non è facile far capire agli altri quanto si riesce ad apprendere, all’interno dell’università, su come funzionino le cose al di fuori e che non è affatto tutto lineare, ma ci sono mille sfaccettature che prima comprendiamo, meglio è. Arrivare al mondo del lavoro già con esperienze maturate nell’ambito meta-lavorativo o sociale universitario, ci rende più qualificati, maturi e appetibili per posizioni importanti, specie considerando quanto il contesto mutevole e globale di oggi richieda sempre più competenze interdisciplinari e trasversali.

Dalla mia esperienza come Presidente e Fondatore di un’associazione studentesca di Tor Vergata (UnInFormazione) posso dire di aver appreso talmente tanto in questo tempo che guardandomi indietro stento a crederci. Ho imparato a relazionarmi con persone di spessore, a parlare in pubblico liberamente, ad argomentare quanto imparato sui libri, a gestire la pressione in momenti difficili (!!!), a mettere in piedi un progetto e portarlo avanti concretamente e ho capito i giochi di forza e gli equilibri che si creano in un contesto ampio come quello universitario, che è degna rappresentazione del mondo esterno. Ho arricchito il mio curriculum di esperienze extra che hanno valore, un grande valore! Tutto questo l’ho fatto senza MAI rinunciare allo studio e ad oggi, posso fieramente dire di essere una persona matura e soprattutto aperta a vari orizzonti, cosa che non vedo in tanti miei colleghi e coetanei. Non so se tutto questo mi aprirà le strade che voglio percorrere in futuro, ma quel che è certo è che si è trattato di esperienze fondamentali che ho avuto l’onore di condividere con persone diverse e che, nel bene o nel male, mi hanno insegnato tantissimo.

Ci tengo a concludere con un’esortazione: vivete al massimo dell’intensità e senza alcun pregiudizio e preconcetto l’università e ogni altra esperienza di vita alla quale vi approcciate.

 

“Le persone meglio istruite sono quelle che stanno sempre imparando, sempre assorbendo conoscenza da ogni possibile fonte e ad ogni opportunità.”

 

 

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