Facciamo della “Vela bianca”di Tor Vergata un simbolo di onestà e trasparenza

L’ onestà non ha prezzo e chiede solo che la politica faccia bene il suo dovere. Quanti ancora pensano che i ragazzi a cinque stelle percepiscano il consenso dall’antipolitica e dal dissenso generale delle parti offese, dovrebbero cominciare un’ importante autonalisi  per  svegliarsi dal torpore in cui si trovano, magari incominciando con lo stropicciare gli occhi, calarsi nella realtà e ammettere l’ineccepibile operato di questi ragazzi, che oltre a fare personali rinunce per dare l’esempio, percepiscono il sentiment della gente . Bisogna guardare con oggettività la realtà che definisce il quadro di un Paese stanco delle disuguaglianze e di una gestione amministrativa malsana,  che ritrova in un gruppo fresco e naturale, l’idea di un cambiamento possibile, realizzabile con idee semplici, più  terrene che metafisiche. Credo che in molti trovino sconfortante  improntare una campagna elettorale romana sul tema delle Olimpiadi 2024, quando non si è stati in grado di programmare  l’ordinario o di definire un piano nel passato.

Tor Vergata ha vissuto bene gli orrori dell’ultimo decennio, e lo testimonia ogni giorno con lo scempio di una  Città dello sport lasciata incompiuta in occasione dei Campionati mondiali di nuoto 2009. La promessa di un Campus Universitario polisportivo mai realizzata che  si è nel corso del tempo vaporizzata in milioni di euro dei cittadini nelle tasche dei soliti noti (Vianini Lavori del gruppo Caltagirone),  lasciando i resti degli scheletri morti piangere in una città universitaria fiorente.

Perchè nessuna delle amministrazioni precedenti si è salvata : da Walter Veltroni che lancia il progetto di un opera che sarebbe dovuta costare  60 milioni di euro , alla gestione fallimentare dei fondi affidata alla Protezione Civile di Guido Bertolaso , fino al “lascio o radoppio” del 2006 in cui vengono però quadruplicati i costi; per poi giungere al fatidico 2009 in cui l’amministrazione Alemanno  lascia tutto per spostare i mondiali al Foro Italico, perchè soltanto ora ci si è accorti che è diventato troppo oneroso continuare i lavori. In  fin dei conti al foro italico i cittadini hanno speso ulteriori 45 milioni di euro delle proprie tasse, per  lavori di ristrutturazione ritenuti surpeflui, mentre fiumi di milioni hanno attraversato Tor Vergata tra colate di cemento e acciaio e strutture architettoniche lasciate incomplete. Ma ancora più sorprendente è che  nel 2011 si ritorna al caso Tor Vergata  per la candidatura di Roma quale sede delle Olimpiadi,  quindi si riapre il fascicolo appalti che questa volta prevede la consegna dell’impianto a data da destinarsi, con una cifra stimata per l’impianto sportivo di 660 milioni di euro, dunque 11 volte il prezzo iniziale. Eppure fino ad oggi si è discusso su dove andare a prendere  13,6 miliardi di euro di buco di bilancio comunale ereditato dalle amministazioni passate  (due volte il bilancio del Campidoglio per intenderci), e la domanda che diventa lecita a tutti  è:  come possiamo parlare ancora di Olimpiadi?

Oggi chiunque  si trovi a passare da Tor Vergata può ammirare la “Vela Eiffel” ,  lo scheletro bianco a forma di Vela che  sovrasta  le campagne univeristarie e che avrebbe dovuto ospitare i campionati mondiali di nuoto 2009. A chiunque oggi venisse chiesto cosa rappresenta il “palazzetto della vela” di Calatrava , tutti risponderebbero una gestione politica scollata dalla realtà  e fatta da interessi  non certo pubblici.  Invece di abbatterla come ha suggerito il Codacons nel 2014 ( sarebbe un’ulteriore sconfitta per la società civile), dovrebbe essere ersa a Monumento del Cambiamento, proprio per non cancellarne la memoria, contro una gestione improntata sul malaffare e la mala politica. Sarebbe fausta l’idea che favorisce  una visione più ampia che guarda al futuro con ottimismo, cominciando col trasformare qualcosa di obsoleto in qualcosa di bello che incarna un sistema di valori improntati sull’onestà e la trasparenza, allontanandosi dunque da una visione negativa e demolitrice. Un simbolo che alla politica tutta farebbe bene, almeno come espressione di vero rinnovamento,  necessario, oggi più di ieri, per avvicinare il cittadino alla politca e la politca alla realtà del cittadino partendo dai più deboli e dalla periferia. D’altronde si tratta pur sempre di una Vela che può distendersi alla spinta del  cambiamento, con effetto spinnacker contro le resistenze dell’interesse ladro, pronto ad accogliere una aria più pulita, trasparente e finalmente onesta.

Altro che Olimpiadi, con 660 milioni di euro in servizi  e collegamenti  onestamente Roma Tor Vergata  volerebbe!

Francesco Coco

Roma.

 

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Una risposta

  1. Bell’articolo, per quanto mi riguarda ogni volta che la intravedo da lontano, non è nemmeno più un miraggio, ma una chimera, testa di Calatrava, corpo di Bertolaso, coda di Veltroni, busto di Caltagirone, capace di sputare fiamme di corruzione ed incompetenza.
    Spero con tutto il cuore che qualcuno trovi una soluzione e riesca a far spiegare le vele, non per niente ma andando all’università li dietro farebbe molto comodo….
    In ogni caso sarebbe meglio non parlarne visto che ogni volta che qualcuno ha l’idea di poterla completare, solo il fatto di pensarlo fa lievitare il prezzo dei lavori di +100 milioni. /s

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