Rappresentanza studentesca: la Commissione Paritetica

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Troppo spesso noi studenti, pur frequentando assiduamente le lezioni ed essendo presenti nelle facoltà universitarie dove studiamo, davanti ad un’ordinaria problematica che può riguardare sia un aspetto burocratico, procedurale, sia una difficoltà inerente un esame, non sappiamo esattamente a quale persona rivolgerci. Spesso chi può rispondere a queste domande altri non sono che i nostri rappresentanti, i quali, oltre a cercare di risolvere le suddette questioni, si occupano ovviamente di far valere i diritti del corpo studentesco nelle sedi accademiche opportune; ed appunto riguardo quest’ultimo aspetto, oggi tratteremo di un organo molto importante in questi termini, ossia la Commissione Paritetica Docenti-Studenti, la quale è presente in ogni facoltà universitaria del singolo ateneo.
Essa svolge, congiuntamente ad altri organi valutativi, funzioni di controllo ed analisi della qualità didattica dei vari corsi di laurea per la quale è predisposta ad operare.

Andando ad esaminarla nel dettaglio, notiamo che è formata da quattro docenti afferenti ai dipartimenti della specifica facoltà e quattro rappresentanti degli studenti eletti dal corpo studentesco nel suo insieme, ossia ragazzi/e iscritti regolarmente ai corsi di laurea triennali, magistrali e dottorati della particolare macroarea.
I professori di ruolo e i ricercatori durano in carica tre anni accademici; i rappresentanti degli studenti, invece, soltanto due, con la possibilità di essere rieletti consecutivamente una volta soltanto.

La Commissione svolge innanzitutto attività di monitoraggio dell’offerta formativa, della qualità della didattica e delle attività di servizio offerte dai docenti alla classe studentesca; tutto ciò viene effettuato sulla base di valutazioni effettuate tramite l’uso degli indicatori ritenuti più opportuni a questo scopo. La C.P., inoltre, svolge anche funzione consultiva circa l’attivazione o la soppressione dei corsi di studio della determinata macroarea a cui afferisce ed è deputata, appunto, a valutare qualitativamente.

Ma il risultato più importante del lavoro della Commissione viene racchiuso -con cadenza annuale- all’interno del Documento finale ANVUR dove, ogni C.P. di ogni macroarea dell’Ateneo, eroga il proprio contributo riportando le proprie valutazioni contenute all’interno della sua Relazione Annuale, redatta e consegnata agli organi centrali sempre prima della fine dell’anno solare.

Il contenuto della Relazione annuale riguarda punti focali relativamente all’analisi della didattica e, di concerto con l’operato degli organi nevralgici d’ateneo, come ad esempio il Nucleo di Valutazione ed il Presidio di Qualità, può risolvere inefficienze e problemi reali sentiti dagli studenti.

Ma a quali esigenze risponde questa Commissione, esattamente?

Ad esempio valuta se un corso di studio mantenga la dovuta attenzione alle funzioni e competenze richieste dalle prospettive occupazionali e di sviluppo personale e professionale in relazione alle necessità del sistema economico e produttivo; se i risultati di apprendimento attesi siano efficaci rispetto alle funzioni e competenze di riferimento; se l’operato dei docenti, i metodi di trasmissione delle conoscenze e delle abilità, i materiali e gli ausili didattici, i laboratori, le aule, le attrezzature, siano efficaci per raggiungere gli obiettivi di apprendimento al livello desiderato; se, sostanzialmente, i metodi di esame consentano di accertare correttamente i risultati ottenuti in relazione ai risultati di apprendimento.
La C.P. in ogni caso, svolge anche altre funzioni ma, quelle più rilevanti e direttamente connesse ai bisogni degli studenti, sono riportate poco sopra.

Autore: Francesco Maone

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