Il downsizing dell’economia romana: dalle grandi alle piccole imprese

L’annuncio di Sky di abbandonare la grande sede di via Salaria per dislocarsi a Milano, ha fatto scalpore. Ma non è la prima e non sarà l’ultima delle grandi aziende che stanno abbandonando la Capitale d’Italia, con molte conseguenze per numerosissimi dipendenti che potrebbero subire una riallocazione o persino un forte taglio sullo stipendio. Libero e Mediaset hanno già annunciato il trasloco, sempre in direzione Milano e si vocifera che persino il gigante pubblico Rai stia cominciando a pensare di lasciare Saxa Rubra.

Roma, ormai, non è più appetibile per le grandi aziende e i motivi sono scontati: servizi che non funzionano, tensioni sociali, trasporti inefficienti, degrado e crisi dei consumi. Se a tutto questo ci aggiungiamo anche lo scandalo politico-amministrativo di Mafia Capitale, il quadro è completo. Dall’altra parte, invece, i cugini milanesi sono ormai un’attrazione non solo italiana, ma persino europea. Sono tante le compagnie che stanno dislocando i propri stabilimenti al nord, lasciando nell’urbe soltanto un piccolo presidio. La Esso, ramo italiano della Exxon Mobil ha già avviato le procedure di trasferimento, Almaviva ha lasciato senza ammortizzatori e stipendi ben 1.600 persone e la Eldon, società che controllava Trony nella Capitale, è ufficialmente fallita. Ma il caso certamente più grave, che speriamo giunga ad una conclusione non rovinosa, è quello di Alitalia, la quale si trova a dover gestire 12.500 dipendenti a rischio.

Al di fuori dei dati, basta guardare via Tiburtina, quella che dovrebbe essere la “valley” romana, per rendersi conto di quanto la situazione della grande imprenditoria sia grave. Le gigantesche sale slot, gli sfasci e i capannoni abbandonati prendono il posto dei palazzi e il degrado regna senza confini. La crisi appare ancora più forte se si pensa che persino Napoli negli ultimi anni sta trattenendo e attraendo le grandi imprese. Insomma, tutto è meglio di Roma!

Alcuni numeri incuriosiscono e fanno capire ancora di più quanto la situazione sia preoccupante: la città oggi ospita 486 mila imprese, ben 65 mila in più rispetto al periodo pre-crisi (2007) e persino il numero di occupati è cresciuto di 190 mila unità. Letto così questo dato farebbe pensare ad un vero e proprio boom del lavoro e ad una prosperità economica in vista, ma la realtà è ben diversa. Il fenomeno che si sta manifestando è quello del cosiddetto downsizing del sistema produttivo, ovvero il passaggio dalla grande alIa piccola imprenditoria. Fallimenti e traslochi hanno condotto alla frammentazione delle partite Iva e alla crescita vertiginosa delle attività commerciali (pizzerie, kebab, sale giochi, ristoranti e b &b). Il dato è preoccupante perchè indica una totale deindustrializzazione e ridimensionamento della città che dovrebbe essere la più importante di Italia.

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