Il BES oltre il PIL nella valutazione delle performance delle politiche

Martedì 6 Dicembre una delegazione di ragazzi di UnInFormazione ha assistito ad un’esclusiva iniziativa sul BES tenutasi a Palazzo Giustiniani.

L’iniziativa, organizzata dalla Fondazione Angelini in collaborazione con il CEIS Tor Vergata, si è aperta con l’introduzione del Prof. Leonardo Becchetti, il quale ha mostrato, tramite un quadro di Ambrogio Lorenzetti, come già nel ‘300 si valutasse come l’operato del Governo influenzasse positivamente o negativamente la vita quotidiana dei cittadini. Becchetti ha utilizzato la metafora dell’hydra per spiegare l’economia come un insieme di problemi che devono essere contemporaneamente risolti per garantire il benessere generale della popolazione. E’ proprio il benessere ciò che ci si propone di stimare con il BES in quanto indicatore; esso si suddivide in varie categorie: un lavoro all’altezza, partecipazione alla vita politica e sociale e salute… Per capire meglio il BES e la sua misurazione, è stata effettuata una comparazione tra le varie regioni d’Italia basandosi su una serie di servizi fondamentali che definiamo welfare: sanità, trasporto pubblico, rifiuti… Si è visto come il dislivello delle varie aree italiane sia molto forte e radicato. Per un aumento generale del BES il prof. Becchetti ha presentato un modello basato sul Capitale Sociale al centro e sullo sviluppo delle istituzioni non predatorie, governate secondo i principi di buona amministrazione, che genererebbero una cosiddetta superadditività. L’altra proposta riguarda poi l’innovazione politica; Becchetti propone:
– decentramento ed autonomia per aumentare il numero di innovazioni. Questo punto prevede la massima partecipazione delle autonomie locali, le quali devono essere spinte a migliorare le proprie aree attraverso innovazioni continue ed ingegnose.
– una variabilità positiva ex ante e non ex post, che quindi preveda il surplus che possa provenire da queste innovazioni introdotte.
– un controllo delle linee guida nazionali, indispensabile per l’armonia d’innovazione.

Nella seconda parte del suo intervento il Professore si è occupato dell’argomento probabilmente più interessante e complicato: la misurazione quantitativa del BES. Viene proposto un sistema di pesatura e aggregazione con due modalità differenti; una statistica è impersonale e un’altra basata invece sul giudizio di valore dei cittadini su scala da uno a 100. Possibili limiti sono però rappresentati da differenti pesature riscontrate tra uomini e donne e tra comunità differenti. Il metodo del giudizio di valore è quello che oggi comunemente viene utilizzato nelle prime misurazioni del BES.

L’altro intervento illustre è stato quello del Prof. Giovannini, ex Ministro del Lavoro ed ex Presidente dell’Istat e attuale Presidente dell’Asvis (Agenzia per lo Sviluppo Sostenibile). Giovannini è partito con una premessa: è possibile in Italia ed Europa parlare di sviluppo sostenibile o è pura utopia? Anche se non si direbbe, l’Italia sta facendo numerosi passi avanti in ambito sostenibile e questo è dimostrato dall’esistenza di un comitato, composto da membri del CNEL e dell’ISTAT, che ha il compito di individuare gli indicatori del BES che dovranno essere inseriti nella legge di bilancio. L’Europa, secondo il grande esperto statistico, ha assolutamente bisogno di intraprendere la strada dello sviluppo sostenibile, in quanto non è più in grado di reggere il passo delle grandi potenze mondiali in quanto a crescita economica e del capitale.

E’ giunto quindi il momento degli esponenti del mondo politico, in primis il deputato Ermete Realacci, il quale ha tirato in ballo il discorso materie prime. Il nostro Paese, come ben sappiamo, non è dotato di una grande quantità di materia prima e per questo, secondo l’onorevole, la differenza sul piano economico e del progresso, dovrebbe farla principalmente su fronti diversi rispetto a quelli su cui si concentrano le grandi potenze economiche, ovvero innovazione, cultura e piccola manifattura. L’Italia ha bisogno di diventare una nazione sostenibile, di limitare le emissioni nocive e le quantità di rifiuti, sia economici che ambientali (come dice Giovannini), al fine di diventare un Paese moderno e dove il benessere della popolazione è alla base delle politiche.

L’intervento di Francesco Cancellato, Presidente dell’INKIesta, ha reso noto come in realtà, al di là dell’impegno sociale necessario, servano investimenti rilevanti da qui ai prossimi anni per cambiare modello di sviluppo. L’esempio portato da Cancellato è quello della città tedesca Essen, nella quale sono stati investiti ben 20 miliardi di euro negli ultimi anni al fine di renderla una città green. L’amministrazione di Essen è riuscita nell’intento di trasformare una città sporca e inquinata in un posto dove si respira benessere.

I saluti finali sono spettati al deputato PD Francesco Boccia, che ha rimarcato nuovamente dopo Giovannini, la necessità di inserire gli indicatori di BES nella legge di bilancio italiano al fine di una valutazione migliore delle politiche adottate e anche per capire meglio quanto ampie siano le diseguaglianze sociali.

L’Europa, ormai superata largamente dalle grandi potenze mondiali in ambito economico, ha la necessità di proporre un nuovo modello di sviluppo moderno e sostenibile e il BES, quale nuovo indicatore di benessere da affiancare al PIL, rappresenterebbe una base solida e importante sulla quale costruire tale nuovo modello.

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