M-LEC: il “mostro” finanziario creato dalle Banche

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Prima di andare a spiegare cosa sia questo gigante dei mercati, penso sia importante fare un rapido riepilogo ed una premessa generale ad introduzione dell’argomento come da titolo.
Nello scorso articolo abbiamo parlato delle SIV come dei fondi collegati alle banche. Esse “accolgono” i crediti spazzatura degli enti di credito, permettendo a quest’ultimi di continuare nell’erogazione di finanziamenti pur non avendo un adeguata copertura economico-finanziaria.

Tuttavia questi fondi non sono certo esenti dal rischio di un possibile fallimento; e nel caso di quest’ultima eventualità, la banca satellite della SIV ha due possibilità:

– Proclamare il fallimento della SIV e non rimborsare delle perdite gli azionisti-finanziatori di quest’ultima. Ma quest’evenienza viene scartata poiché screditerebbe il rating del fondo, facendo inoltre perdere fiducia ai futuri investitori.

– Accollarsi i debiti della SIV riducendo gli utili ottenuti e, di conseguenza, il range di attività finanziaria. Ma il riassorbimento dei crediti spazzatura andrebbe a contrapporsi proprio, paradossalmente, allo scopo per la quale la SIV è stata creata: smaltire le attività finanziarie per avere sempre più margine di finanziamento verso terzi.

Teoricamente, quindi, le banche si trovano di fronte ad un vicolo cieco; ma invece è proprio qui che entra in gioco il sopracitato titano finanziario.
La M-LEC, acronimo di Master Liquidity Enhancement Conduit, nasce ufficialmente il 15 Ottobre 2007 su iniziativa di tre fra le più grandi banche americane: JP Morgan, Citigroup e Bank Of America. L’istituzione di questa “super SIV” è dovuta al tentativo di contrastare lo scoppio della grande crisi finanziaria, originatasi appunto dagli USA, causata dai mutui sub-prime. Ma di fatto, il perno centrale dell’attività della M-LEC, ruota intorno all’assorbimento di tutti gli attivi delle SIV consorziate a questo titano dei mercati.
Ma certo non sono attivi di alta qualità quelli che la M-LEC va a riassorbire; stiamo parlando di “crediti” costituiti da quelli con il più alto rischio d’insolvenza fra quelli girati alle SIV dalle relative banche. In pratica, lo scarto dei crediti spazzatura.

E non parliamo neanche di “smaltimenti” esigui tra l’altro, perché sono circa 400 i miliardi che questo colosso finanziario gestisce in “sub-appalto” alle SIV. Inoltre, anziché una quota dell’1% come di consueto per la costituzione del capitale sociale, l’asticella è stata alzata alla soglia del 25%. Una percentuale che, sembra, abbia determinato un versamento di denaro pari a circa 100 miliardi di dollari da parte delle banche fondatrici della M-LEC.
Ma a cosa e, soprattutto, a chi serve questo mostro finanziario?

La M-LEC volge allo scopo di ritardare il più possibile la dichiarazione d’insolvenza dei mutui sub-prime, congiuntamente ad altre categorie di crediti considerati più “sicuri” girati dalle SIV al sub-fondo stesso. In pratica, è uno stratagemma giuridico-tecnico-finanziario che andrebbe a permettere di monetizzare il salvabile fra le attività sopracitate; poiché un eventuale fallimento del sistema andrebbe a determinare conseguenze disastrose per una vasta moltitudine di soggetti economici.

Ed è proprio in questo modo che le banche possono mostrare dei solidi bilanci quando, molte volte, nascondono dei buchi enormi.
Voragini che vengono colmate tramite un subdola, efficiente, navetta finanziaria.

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