Ceduta la storica AnsaldoBreda: da oggi sarà giapponese

hitaco

E’ ufficiale. Un altro gioiello dell’industria Italica è stato ceduto al colosso dell’elettronica giapponese, la Hitachi Ltd. Stiamo parlando della AnsaldoBreda e di Ansaldo Sts; quest’ultimo pezzo importante del settore ingegneristico del Bel Paese.
In realtà le trattative riguardanti la cessione delle suddette imprese già si erano profilate nello scorso Febbraio; ma sarà la riunione del CdA di oggi a far posto al nuovo board dirigenziale. Infatti, i consiglieri rappresentanti Finmeccanica dovrebbero lasciare le proprie posizioni; mentre l’ormai ex Presidente Sergio De Luca ha già rassegnato le sue dimissioni in favore di Alistair Dormer, già amministratore di Hitachi Rail.

Sembra che questa manovra sia stata “necessaria”, poichè Finmeccanica non avrebbe avuto le risorse per completare la ristrutturazione di AnsaldoBreda, segnata da bilanci in deficit fino al 2013. Manovra il cui costo è stato, oltre all’insediamento nella dirigenza della suddetta impresa degli investitori nipponici, la cessione aggiuntiva della economicamente florida Ansaldo Sts.
Ma cosa accadrà di concreto dopo l’ufficializzazione della cessione delle suddette aziende?
Innanzitutto, Hitachi avrà 20 giorni di tempo per presentare un prospetto relativo all’Offerta Pubblica d’Acquisto del restante 60% del capitale di Ansaldo Sts. Dopodiché la CONSOB avrà 15 giorni di tempo per esaminare e, eventualmente, convalidare il piano finanziario redatto dal titano elettronico giapponese.
Ma le preoccupazioni principali, a detta del coordinatore della Rappresentanza Sindacale Unitaria (RSU) degli impianti pistoiesi di AnsaldoBreda, Marco Fontana, riguarderebbero il delicato tema del lavoro. Gli investitori nipponici comunque rassicurano che, gli attuali livelli occupazionali, rimarranno invariati.

Inoltre il Presidente di Finmeccanica Mauro Moretti ha ribadito che, la cessione delle due controllate del Ministero dello Sviluppo Economico, si sono rese necessarie per consentire un maggior sviluppo delle imprese dei settori aviazione, sicurezza e difesa. Ma a scapito di cosa? Come al solito, un’altra perla della collana industriale Italica è andata a scivolare nel filo dell’estero. Dal 1 Gennaio 2008 ad oggi, sono 830 le aziende cedute agli investitori stranieri, per un valore totale pari a circa 115 miliardi di euro.
Moretti ha sottolineato, quindi, che il suddetto intervento è stato necessario sostanzialmente per attuare lo sviluppo di altre iniziative imprenditoriali. Ma non sarebbe stato meglio consentire alle Industrie Italiane di respirare, anziché strozzarle con il sistema fiscale ed il credit crunch per poi cederle a investitori stranieri? Esulando dal suddetto discorso e senza scendere in dettagli tecnici credo comunque di poter affermare un’opinione difficilmente biasimabile: si dovrebbe andare incontro all’imprenditoria, di qualunque settore essa consista. Lo abbiamo sempre detto: sono le PMI il motore della nostra economia. Facile stare dalla parte dell’Agenzia delle Entrate; ma in quella dell’imprenditore in difficoltà?
Purtroppo, da un po’ troppo tempo a questa parte, i  nostri politicanti sembrano aver… “dimenticato”, quali strutture hanno permesso il boom dell’occupazione degli anni ’60 e, in generale, il prosperare della popolazione Italiana.

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