Brexit, trovato l’accordo al Consiglio UE

Il Consiglio Europeo, l’organo che si occupa delle principali problematiche del processo di integrazione europea, è finalmente giunto ad un accordo riguardo la cosiddetta questione Brexit che sta preoccupando ormai da diverse settimane l’intero continente. L’annuncio dell’accordo trovato, è stato dato da diversi leader comunitari su twitter con tanta soddisfazione e un pizzico di trasparente sollievo. A Novembre, il leader britannico David Cameron, aveva richiesto esplicitamente a Donald Tusk, Presidente del Consiglio dei ventotto, di modificare alcune clausole dei trattati riguardanti l’integrazione sempre più forte che nel tempo si dovrebbe raggiungere tra gli stati europei. La richiesta della Gran Bretagna prevedeva in particolare: la possibilità di chiamarsi fuori dalla clausola dei Trattati che prevede la partecipazione a un’Unione “sempre più stretta”, il formale riconoscimento che il mercato unico è multivalutario e un ruolo più forte per i parlamenti nazionali.

Il raggiungimento di un accordo non è stato però cosa semplice; le riunioni sono durate fino a tarda notte e non sono mancate le tensioni tra i vari leader europei. Una delle questioni più spinose riguardava il welfare e la richiesta britannica, inammissibile per molti paesi dell’est, di sospendere i benefici previdenziali ai cittadini europei in Inghilterra per ben sette anni o persino tredici. Questo punto della richiesta si basava sulla forte percentuale di cittadini europei residenti in particolare nella City. L’accordo a cui si è giunti prevede la sospensione, concessa all’Inghilterra, dei benefici previdenziali ai nuovi lavoratori stranieri per sette anni a partire dal 2017. Questa possibilità spetterà unicamente a Londra ma dal 2020 in poi sarà concessa a tutti gli stati europei, fermo restando misure di sostegno indicizzate per i bambini.

L’altro nodo della questione riguardava in generale la posizione della Gran Bretagna nel grande progetto di Unione Europea e anche su questo punto si può dire che Cameron l’ha avuta vinta. Si è stabilito che il punto del trattato che prevede “un’unione sempre più stretta“, non include pienamente lo Stato britannico, al quale è concesso uno status particolare da un punto di vista sia economico che sociale. Misure autonome saranno poi concesse alla City in virtù dello sviluppo di una fortissima componente finanziaria orientale. All’accordo si è opposta fortemente la Grecia, la quale ha minacciato di porre un veto in assenza di una promessa da parte dell’intero Consiglio di bloccare la chiusura delle frontiere Schengen nelle prossime settimane in attesa di nuove misure sull’emergenza immigrazione.

Esulta quindi David Cameron, palese vincitore di questo primo round in Consiglio: “ho negoziato un accordo per dare al Regno Unito uno speciale status nella Ue. Lo sosterrò domani al consiglio dei ministri”. Il premier inglese porterà a casa un grande risultato politico al di là di quale sarà il risultato del prossimo referendum britannico per la permanenza nell’Ue. Comunque vada, Londra ha vinto, ma l’Europa? Giorno dopo giorno il grande progetto di integrazione europea perde un pezzo per strada.

Ultimi articoli

Lascia un commento

Ti piacerebbe scrivere per il nostro blog?

Contattaci per entrare a far parte della redazione di UIF