#UiFlashback: The Dark Side of the Moon

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Siamo nel 2020, oramai in piena crisi mondiale da Covid19. Fino a poche settimane fa, mentre il CD si dimostrava sempre più obsoleto, il mercato del vinile sembrava continuare inspiegabilmente a crescere, crescendo di pari passo con lo streaming.

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“…il buon vecchio vinile…”

Il Vinile è Vintage, non è obsoleto! Com’è possibile?

I “nostalgici”, quelli che si dichiarano innamorati della “bella” musica, risponderebbero che i brani che oggi vanno per la maggiore sono immediati, forse troppo immediati. Ci spiegherebbero che si è quasi perso il gusto del bello in favore di un qualcosa che appartiene più alla pancia. Un qualcosa dalla natura momentanea e inconsistente… chissà, magari è vero. Forse hanno ragione loro: da anni le hit sono frutto della matematica, scritte per mezzo di formule semplificatrici che massimizzano il profitto. Il loro unico merito è quello di cavalcare il momento mediatico attraverso scelte atte a mantenere i costi della produzione i più bassi possibile. “Strofa check, ritornello check, strofa check, ritornello check. No guarda, la strofa è di troppo, via solo di ritornello e base, vai che l’ossessivo vende!”. Avranno ragione loro? Nella società dei consumi le hit appena consumate necessitano di essere sostituite rapidamente?

23 Marzo 1973: The Dark Side of the Moon

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Spulciando tra gli avvenimenti che ricadono in questa settimana, quando ho letto della pubblicazione di The Dark Side of the Moon il 23 Marzo del 1973 mi son subito detto “eh no, non posso proprio perdermi questa data!!”. E non c’è niente da fare. Ho passato giusto un paio di giorni ad ascoltare il disco, e in queste settimane di reclusione causa Covid19 non riesco proprio a togliermi dalla testa il motivo di The Great Gig in the Sky, neppure mentre dormo…

Torniamo al 1973. L’uomo è appena stato sulla Luna, e tutti sono convinti che presto conquisterà anche lo spazio. E i Pink Floyd che fanno? Dopo aver composto musiche letteralmente spaziali rimettono piede sulla Terra. Tornano alla dimensione umana, ai grandi temi che accomunano tutti gli uomini, toccandone le contraddizioni.

Il Lato A

Nel brano Breathe, il respiro rappresenta il tema dei piaceri mondani, del godere del momento, al quale viene contrapposto subito Time con il concetto del tempo che fugge ed il solenne ammonimento a non sprecarne. Il lato A finisce con una meravigliosa metafora della morte, appunto The Great Gig in the Sky. Che ad un primo ascolto tutto appare meno che una metafora della morte!

The Great Gig in the Sky

The Great Gig in the Sky

Si tratta di un brano talmente vivo, denso, passionale, vibrante! La voce di Claire Torry è pazzesca, emozionante, da brivido. Claire era una cantante turnista talentuosa che frequentava spesso gli studi di Abbey Road (seriamente, non conoscete Abbey Road??). La leggenda vuole che nemmeno i Pink Floyd sapessero esattamente cosa chiederle, o come chiederglielo. Delegarono a David Gilmour la gestione della sessione di registrazione, il quale le chiese di improvvisare sul giro di pianoforte pensando alla morte e a qualcosa di macabro. Al termine del primo giro Claire volle scusarsi per esser stata troppo esuberante, ignara del fatto che il loro tacere fosse del tutto positivo. Loro stessi racconteranno che rimasero tutti a bocca aperta per quanto fossero colpiti della sua magnifica performance.

I Grandi della Musica…

E purtroppo, come a volte capita, proprio gli artisti veri, quelli che citano i grandi temi dell’umanità, i geni della musica, quelli disposti a spendere una fortuna in tonnellate di attrezzatura tecnologica pur di ottenere un suono perfetto e creare musiche meravigliose da trasmettere ai posteri, proprio loro liquidarono la turnista con 30 misere sterline. All’epoca lei doveva esser felice di vedere il suo nome citato in un disco dei Pink Floyd, ma con il tempo qualcosa deve essere cambiato. Dopo più di 30 anni, Claire li citò in giudizio insieme alla EMI per ottenere le mancate royalty derivanti dal fatto che lei, su ammissione stessa dei Pink Floyd, era coautrice della canzone. Causa che vinse, ma di cui non si conosce l’ammontare del risarcimento. Chissà quanto avrà maturato?

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I Pink Floyd

Il Lato B

Il lato B del disco prosegue con il brano suo di maggior successo, Money, uno strano blues in ⅞ che prende in giro l’avidità ed il consumismo, l’unico del genere ad aver mai scalato le classifiche di Billboard, per poi continuare con Us and Them, un brano che mette in evidenza la mancanza di comprensione nelle relazioni interpersonali, popoli e etnie, per terminare con Brain Damage, un brano omaggio al loro amico e cofondatore Syd Barrett, brano che tocca il tema della follia.

Musica e Tempo Libero

Insomma, se in questi giorni volete ascoltare qualcosa di bello, che trascenda il tempo stesso divenendo immortale, non fidatevi di me, che vi direi qualcosa di stupido come “oggettivamente bello“. Fidatevi dei dati statistici:

The Dark Side of the Moon fu un successo immediato, mantenne il primo posto della classifica statunitense Top LPs & Tapes per una settimana e vi rimase per altre 741 dal 1973 al 1988.[30] Nel marzo 2014 ha toccato le 1100 settimane nella classifica US Top Catalog. Con 50 milioni di copie vendute, è quello di maggiore successo dei Pink Floyd e uno dei più venduti della storia.” Fonte Wikipedia.

Se magari riusciste a trovarne un vinile…

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