Fake news: Facebook nel mirino

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Chiunque apra Facebook, o qualsiasi altro social network, o faccia una ricerca su internet, si troverà a doversi relazionare con le “ fake news ”. Le cosiddette “bufale” non sono di certo un fenomeno nuovo, anche se il loro proliferare è direttamente proporzionale alla diffusione dei social.

L’elemento novità è dato dall’atteggiamento che alcune aziende e testate giornalistiche hanno deciso di adottare. Vittime di queste nuove attitudini sono svariati colossi digitali, tra cui Facebook. Quest’ultimo, infatti, si trova al centro di una polemica, poiché la proliferazione di “fake news” scoraggia le aziende ad investire in campagne pubblicitarie e condividere contenuti sullo stesso social.

Un esempio emblematico è Unilever, che ha recentemente minacciato alcune piattaforme, tra cui Facebook appunto, di ridurre drasticamente l’advertising nei loro siti, se non ridurranno il flusso di notizie false. L’importanza di questa vicenda è data dal fatto che uno dei principali brand inserzionisti al mondo ha deciso di prendere una posizione netta a favore delle “piattaforme responsabili che sono impegnate nel creare un impatto positivo sulla società” e contro tutte quelle che “creano divisioni nella società e promuovono rabbia e odio”. Il social network ha risposto comunicando cambiamenti nel suo algoritmo, al fine di migliorare la qualità dei contenuti che appaiono sulla piattaforma.

Un atteggiamento simile a quello riportato precedentemente, è stato adottato dalla Folha de S. Paulo, un grande quotidiano brasiliano, il quale ha deciso di smettere di condividere i suoi articoli su Facebook. L’aggiornamento ha, infatti, deciso di dare la precedenza nella Newsfeed ai post degli amici, piuttosto che a quelli delle pagine. Sèrgio Dàvila, il direttore del quotidiano, sostiene che il nuovo algoritmo rafforzi “la tendenza dell’utente a consumare sempre più contenuti con cui ha affinità, favorendo la creazione di bolle di opinioni e convinzioni e la propagazione di notizie false”. Il giornale brasiliano ha quindi fatto una scelta chiara: ha deciso di focalizzarsi non sulla quantità delle persone a cui arriva la notizia, ma sulla qualità della ricezione delle informazioni.

In conclusione, questo cambio è decisamente un punto di svolta: si è deciso di non rimanere inermi, ma di investire risorse per arginare questo fenomeno, il quale tra i tanti effetti negativi, scalfisce anche la “reputazione” di vari brand.

Adesso starà ai colossi digitali, i quali si sono fatti portatori sani di questo virus, trovare un modo per combatterlo.

Autrice: Giulia Salvi

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