CINEMA: The Hateful Eight, recensione

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Titolo: The Hateful Eight
Genere: Western
Regia: Quentin Tarantino
Cast: Samuel L. Jackson, Kurt Russel, Jennifer Jason Leigh, Tim Roth, Michael Madsen, Walton Goggins
Durata: 167′
Produzione: USA 2015
Uscita: 4 febbraio 2016


Siamo in mezzo alle montagne innevate, dove la diligenza del cacciatore di taglie nonchè boia John Ruth (Kurt Russel) è diretta verso Red Rock con la prigioniera Daisy Domergue (Jennifer J. Leigh), fuorilegge con una taglia da 10mila dollari sulla testa.
Il viaggio viene però interrotto dal maggiore Marquis Warren (Samuel L. Jackson), altro cacciatore di taglie che chiede un passaggio vista l’imminente tempesta di neve.
Convinto Ruth a farlo salire a bordo, il viaggio si interrompe nuovamente; stavolta è un personaggio misterioso di nome Chris Mannix (Walton  Goggins) a implorare un passaggio fino a Red Rock, e, nonostante lo scetticismo i due cacciatori di taglie decidono di dargli una mano.
La tempesta di neve però costringe la diligenza ad un’altra fermata: all’emporio di Minnie, dentro il quale troveranno un buon caffè caldo, e altri quattro sconosciuti.
E qui, niente e nessuno è come sembra…

Signore e signori, questo è Quentin Tarantino.
Il suo 8vo film è un’esagerazione di quelle che sono tutte le caratteristiche del celebre regista americano, non che la cosa ci dispiaccia, anzi.
I suoi fan avranno sicuramente apprezzato questa pellicola, realizzata interamente in 70mm, recentemente utilizzata solo da Christopher Nolan in Interstellar.
Per questo è possibile anche apprezzare a tratti una buona fotografia, di montagne innevate e rami secchi, ma sopratutto delle spettacolari scene a rallenty.
Il regista è bravissimo a tenerci sulle spine per buona parte del film in attesa di quella svolta che tutti noi sappiamo arriverà, ma è comunque in grado di stupirci ancora una volta divertendoci e regalandoci quel senso di esaltazione che pochi come lui sanno fare.
Quindi, nonostante il film sia diviso in capitoli, si può dire che abbia fondamentalmente due parti: la prima, il viaggio, e la seconda, dal’arrivo all’emporio in poi.
La prima è incentrata principalmente sui dialoghi tra i protagonisti durante il viaggio nella diligenza, i dialoghi molto pulp tanto amati da Quentin che a tratti sembrano superare il limite rischiando di divagare un pò troppo, sebbene siano sempre i suoi soliti: ricchi di metafore, espressioni insolite e di un notevole impatto.
Nella seconda invece abbiamo modo di godere e iniziare il nostro processo estasiante mentre ammiriamo le sue “classiche” scene d’azione e intricate sparatorie splatter, che stavolta raggiungono un esagerazione mai vista prima nei suoi film. Il tutto condito da una colonna sonora diretta da Ennio Morricone in grado di dare quel senso di “sospetto” che ci accompagna per tutto il film nella ricerca della verità sui personaggi che stiamo guardando e ascoltando mentre stiamo con il sopracciglio alzato e le orecchie dritte.
Quel “sospetto” che è ormai diventato cult di Tarantino, che non ci dice mai abbastanza dei protagonisti, il film non sarà altro che un viaggio alla scoperta di questi spiegato e finalizzato alla sua maniera con la sorpresa dietro l’angolo.
Otto protagonisti sotto lo stesso tetto, tutti perfetti sconosciuti che indagano l’uno sull’altro attraverso storie, bugie, documenti e giochi di parole.
Impossibile non accostare questo film a Le Iene, anch’esso diretto da Quentin Tarantino, dove ci si ritrova in un unico luogo per quasi tutto l’arco del film con i protagonisti uno contro l’altro, o quasi. Un unico luogo dove tutto nascerà e tutto finirà, quindi un film con costi non elevatissimi, dove saranno i protagonisti a portarlo avanti minuziosamente e con interpretazioni degne di nota, su tutte quella di Jennifer Jason Leigh che accrediterei come favorita all’oscar.
Anche qui il regista ci mette di fronte a due tempi differenti, ovvero il presente per poi tornare indietro e mostrarci le origini della storia.
Non è sicuramente il suo film migliore, ma è un’opera di completamento che calza a pennello con tutta la sua filmografia, a conferma della sua immensa genialità.

Voto: 8/10

 

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