CINEMA: The Revenant, recensione

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Titolo: Revenant – Redivivo (The Revenant)
Genere: Drammatico
Regia: Alejandro Gonzàlez Inàrritu
Cast: Leonardo DiCaprio, Tom Hardy,  Will Poulter, Domhnall Gleeson
Durata: 156′
Produzione: USA 2015
Uscita: 16 Gennaio 2016

Il film è ambientato negli anni venti del XIX secolo. Siamo immersi nella natura selvaggia, dove è chi ha la forza a dominare e sopravvivere. Hugh Glass (Leonardo DiCaprio) fa parte di una spedizione di cacciatori di pelli di cui è il “timone”, poichè conosce le terre meglio di chiunque altro e ha il compito di riportare i suoi compagni al forte.
Durante una battuta di caccia, Glass viene ferito e messo in fin di vita da un Grizzly. Portare Glass con sè rappresenta uno svantaggio per la spedizione, così il capitano offre una ricompensa a tre dei suoi uomini che dovranno accudirlo fino al sopraggiungere della morte, e dargli una degna sepoltura.
Tra questi tre uomini, Fitzgerald (Tom Hardy), il più avido ed egoista del gruppo,  abbandona Glass in fin di vita e uccide suo figlio, anch’essi incaricato di sorvegliare il padre.
Così  la nascita di una voglia di vendetta, di odio, e di rivalsa nei confronti di Ftzgerald da man forte a Glass in una lotta contro la morte.

Stavolta, Inarritu sceglie l’essenzialità per dare vita al suo nuovo capolavoro.
Se c’è una parola in cui si può riassumere questa pellicola è “Cinema”.
Perchè cinema? Perchè il cinema nasce come forma d’espressione artistica, senza grandi sceneggiature nè scenografie o effetti speciali, e tralasciando questi due fattori ci troviamo di fronte un’opera degna di soddisfare i nostri sensi in modo semplice ma raffinato.
Fotografia da capogiro, merito anche delle riprese iMAX che ci fanno gustare e ammirare tutto il bello di paesaggi innevati, spesso in contrasto con il rosso del fuoco o la luce del sole.
Sonoro eccellente che mette in risalto rumori naturali ed una colonna sonora essenziale ma d’impatto assoluto.
La regia di Inarritu è ancora una volta impeccabile, coi suoi soliti piani sequenza lunghissimi che vanno da un soggetto all’altro senza mai perdere il filo di connessione tra l’uno e l’altro, come se fosse la cosa più semplice del mondo.
Tuttavia, Revenant non è un film di facile apprendimento, non un film per “tutti”: lo svolgimento è abbastanza lento e statico. D’altronde in un film dominato dalla fotografia non poteva essere altrimenti! La sceneggiatura è semplice ed essenziale e non è quello su cui punta il regista  per farci apprezzare il suo nuovo prodotto.
E’ un piacere per la vista, per l’udito, per il nostro corpo in preda agli spasmi dovuti a ciò che stiamo vedendo: un uomo che lotta in mezzo alla natura selvaggia contro freddo e fame, disposto a tutto pur di soddisfare la sua sete di vendetta contro chi lo ha tradito.E’ talmente semplice l’immedesimazione nel personaggio che le due ore e mezza di film non le si avvertono affatto.
Alla conclusione i nostri occhi non potranno che ringraziarci per tutto ciò che abbiamo appena visto; un mix tra bellezza e crudo mai così perfettamente assimilato.
Un film che mette a nudo la vera natura dell’uomo e ci fa rendere conto come siamo veramente fatti quando non abbiamo tutto ciò che ci facilita l’esistenza, come la tecnoglia ad esempio.
La crudeltà, l’egoismo, la sete di denaro è quello che più di tutto contraddistingue l’uomo, un essere spregevole senza limiti nè etica.
Nonostante sia questo il messaggio che il regista vuole darci, il film mostra anche la parte buona dell’essere umano, quella in grado di perdonare, perchè nessuna vendetta e nessuna espressione d’odio potrà mai ridarci ciò che abbiamo perso,.
E’ Dio a decidere le nostre sorti e mettere equilibrio, niente e nessun’altro.

“Io non ho più paura di morire ormai, sono già morto” (Glass)

Voto Finale: 9

Menzione importante oltre ad Inarritu, merita Leonardo Di Caprio, per l’ennesima volta candidato ad un premio Oscar che ormai merita ampiamente. Una prova eccellente la sua e molto introspettiva, anche se limitata dal fatto che la sua parte richiede poco dialogo. Sarebbe comunque meritatissima per l’attore californiano la statuetta d’oro quale premio per un’altra grandissima interpretazione.

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