#TorverPills: Unione Europea e Fase 2, il punto della situazione

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È durata meno di un minuto la conferenza stampa del Premier Giuseppe Conte in cui ha annunciato l’accordo del Consiglio Europeo sul Recovery Fund com’era stato richiesto nei giorni scorsi in una lettera sottoscritta da Spagna, Francia, Portogallo, Slovenia, Grecia, Irlanda, Belgio, Lussemburgo e Italia. Non ci sono ancora le cifre esatte ma si tratta di uno strumento di circa 1000 miliardi di euro da aggiungere al bilancio UE 2021-2027. Ora la palla spetta alla Commissione Europea che dovrà presentare una proposta di questo strumento finanziario entro il 6 maggio, data del prossimo Consiglio Europeo.

Smentite invece le indiscrezioni per cui invece il Presidente del Consiglio avrebbe firmato il pacchetto MES-BEI-SURE che al contrario secondo le opposizioni sarà utilizzato. Le critiche sono partite dai social dove sono stati postate parti del comunicato del Consiglio Europeo in cui dovrebbe dovremmo leggere che sia stato approvato il MES.

Lo screenshot di un frammento del o del report sulle misure economiche da adottare per la risposta al'emergenza COVID-19

Come possiamo ben vedere però, sulla parte evidenziata dall’utente, non troviamo la sigla MES ma troviamo scritto MFF che non è assolutamente il fondo salva stati, MFF sta per Multiannual Financial Framework cioè il bilancio europeo su cui sarà aggiunta la quota del Recovery Fund.

Anche per le opposizioni il MES sarebbe stato approvato, il primo a parlare è stato il segretario della Lega Matteo Salvini per cui l’accordo di ieri è una “drammatica ipoteca sul futuro dell’Italia”, dello stesso avviso è l’alleata Giorgia Meloni che, a Dritto e Rovescio, ha detto che: “L’Italia esce sconfitta e Conte non ha saputo portare a casa il risultato”, interrogandosi anche sul motivo della brevità e dell’assenza di domande dei giornalisti in questa conferenza stampa.

La realtà è che il MES sarà attivato esclusivamente dagli stati che ne faranno richiesta d’uso e, ad oggi, l’Italia non è tra questi.

Soddisfatta, al contrario, la maggioranza che elogia il Presidente del Consiglio con il capo politico del M5S Crimi per cui: “L’Europa dimostra di essere una comunità vera”, e il segretario del PD Zingaretti: “L’UE ha compreso l’importanza della proposta del Governo Conte”. A questi, sempre su Twitter, si aggiunge anche Beppe Grillo: “Forse l’Europa comincia a diventare una Comunità. ‘Giuseppi’ sta aprendo la strada a qualcosa di nuovo. Continuiamo così!”.

Soddisfazione anche da parte di Forza Italia per il Pacchetto MES-SURE-BEI con Tajani che però chiede tempi rapidi per l’approvazione del Recovery Fund. Appare critica, infine, la presidente della BCE Christine Lagarde per cui l’UE si è mossa troppo poco e troppo tardi.

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I leader europei al consiglio del 23 aprile

Cos’è il Recovery Fund?

Il Recovery Fund è un fondo con cui si emettono Recovery Bond, cioè titoli di debito garantiti dal bilancio UE. Questo strumento prevede la condivisione comune del rischio senza la mutualizzazione del debito passato. L’unica incognita, su cui dovrà lavorare la Commissione Europea, è la forma di questo fondo. La Francia ha proposto prestiti a lunga scadenza mentre la Spagna ha proposto dei titoli a fondo perduto che invece non graverebbero sul debito perché si limiterebbero a dei trasferimenti diretti nei bilanci statali per tutta la durata della crisi. In sintesi, per sapere che forma avrà questo strumento finanziario per far fronte alla recessione dovremmo aspettare la proposta di Ursula Von Der Leyen al prossimo Consiglio Europeo del 6 maggio.

Cos’è il MES?

Il MES (Meccanismo Europeo di Stabilità), detto anche fondo-salva stati, è un fondo europeo per la stabilità finanziaria della zona euro. Ratificato in Italia nel 2012, avrebbe dovuto fungere da fonte di assistenza finanziaria per i paesi in difficoltà, con una capacità massima di 500 miliardi di euro.

Il meccanismo consiste in un prestito sulla base di precise condizioni:

  • Non essere in procedura d’infrazione;
  • Avere da almeno due anni un deficit inferiore al 3%;
  • Avere un rapporto debito/PIL inferiore al 60% oppure aver ridotto di 1/20 il debito pubblico per 2 anni consecutivi.

L’accordo del Consiglio Europeo raggiunto il 23 aprile prevede un prestito pari a 36 miliardi (2% del PIL) senza condizionalità per le spese sanitarie.

SURE e BEI: cosa sono?

SURE, è un piano da 100 miliardi, garantito dagli stati membri, che sarà utilizzato per la salvaguardia dell’occupazione specialmente degli stati più colpiti dall’ emergenza come Italia e Spagna. BEI è la Banca Europea per gli Investimenti è un’istituzione finanziaria creata per i finanziamenti volti al sostenimento degli obiettivi politici dell’Unione.

Fase 2 o fase 1.1?

Nella conferenza del 26 aprile, il premier Conte ha annunciato l’inizio della fase 2 dal 4 maggio, ma come si svolgerà?

Innanzitutto rimarrà l’obbligo del distanziamento sociale di 1 metro, 2 per quanto riguarda l’attività sportiva che potrà svolgersi anche allontanandosi dalle proprie abitazioni, l’obbligo delle mascherine e il divieto di assembramento. Dal 4 maggio saranno riaperti parchi, ville e giardini pubblici purché possano essere rispettate le distanze di sicurezza e con l’adozione di misure per tenere limitato il numero di persone presenti al loro interno.Il sindaco potrà disporre autonomamente la chiusura di luoghi pubblici in cui gli obblighi non potranno essere rispettati.                                                

Gli spostamenti sia all’interno che all’esterno delle regioni saranno consentiti ma esclusivamente per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute, oltre a questi, all’interno, dal 4 maggio ci sarà anche la possibilità di fare visita ai propri congiunti; sarà consentito anche il rientro presso il proprio domicilio o residenza.

Consentita poi l’attività di ristorazione con asporto a patto che le file non creino assembramento e non si consumi nei pressi dei punti di ristoro.

Saranno riaperte le industrie manifatturiere, delle costruzioni e il commercio all’ingrosso funzionale per tali attività economiche. Dal 18 maggio saranno riaperti negozi, musei, mostre, biblioteche e saranno consentiti allenamenti di sport a squadre. Per il primo giugno sarà consentita la riapertura di ristoranti, bar, parrucchieri e centri estetici e di massaggio.

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Dal 4 maggio è obbligatorio l’uso delle mascherine

Perplessità dalla maggioranza, critica Italia Viva con la Matteo Renzi per cui questo D.P.C.M. è uno “scandalo costituzionale” e giovedì in Senato ha rincarato la dose: ”Non abbiamo negato i pieni poteri a Salvini per darli a lei” ; Per il Partito Democratico, LEU e Movimento 5 Stelle è invece un buon punto di partenza per la ripresa dell’Italia per cui la cautela adottata è stata la miglior soluzione per la tutela dei cittadini.

Insorge l’opposizione: Giorgia Meloni in diretta Facebook denuncia la scarsa informazione al Parlamento che a suo avviso è stato completamente escluso dalla gestione dell’emergenza. Dello stesso avviso anche Lega e Forza Italia secondo cui saranno migliaia i ristoranti, bar parrucchieri ed estetisti che non potranno riaprire e di conseguenza milioni i disoccupati: Salvini ha anche annunciato che se ci sarà bisogno sarà pronto a scendere in piazza.

Così come la Meloni, anche l’ex presidente Dem Orfini per cui non è opportuno procedere con il D.P.C.M. anche durante la seconda fase dell’emergenza, sottolineando come sia necessario il coinvolgimento del Parlamento, il quale non dovrebbe essere sostituito dal comitato di esperti (presieduto da Vittorio Colao). Dal canto proprio, il senatore Paragone ha postato su Instagram un post con scritto: “La Fase 2 è come la fase 1 ma con la pizza d’asporto” ed ha avvertito i componenti della maggioranza di stare attenti anche alle rivolte sociali che potrebbero scatenarsi di qui a poco.

Per quanto riguarda ristoranti e bar una prima stima, pubblicata la settimana precedente, parla di un rischio di fallimento di 50 mila attività e una perdita di fatturato pari a 21 miliardi di euro. Se già questo non bastasse, aggiungiamo anche che durante il periodo di chiusura non sono state sospese le imposte né tantomeno gli altri costi di gestione come luce o affitti e non diminuiranno alla ripresa dell’attività: ciò, se sarà confermato, lascia presagire una catastrofe economica alle porte.

Scatenato in diretta Facebook anche il conduttore e giornalista Nicola Porro secondo cui, in sintesi, è una follia che dal 4 maggio ci sarà ancora l’obbligo di autocertificazione per gli spostamenti, che siamo arrivati alla quinta autocertificazione e che a queste condizioni, per quanto riguarda il settore economico, l’Italia è morta. Consistenti sono anche le critiche rivolte all’ordinanza del commissario straordinario Arcuri per cui il prezzo delle mascherine verrà fissato a 0,50 euro. Il Gruppo Crai (supermercati) e numerose farmacie hanno annunciato che queste saranno ritirate dalla vendita, poiché acquistate ad un prezzo superiore a quello della vendita stessa.

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La protesta delle farmacie

Ma non è finita qui, anche la CEI è sul piede di guerra contro il presidente del Consiglio. Il motivo è la mancata autorizzazione allo svolgimento delle Messe aperte al pubblico per cui ha replicato con una lettera: “I Vescovi non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto”.

Al contempo, sono iniziate le proteste: il primo caso si è verificato lunedì scorso a Padova quando due parrucchieri si sono incatenati davanti al proprio salone perché, secondo la loro opinione, con questo D.P.C.M., sarebbero costretti a chiudere; successivamente sono stati i ristoratori che si sono recati dai sindaci delle proprie città a consegnare le chiavi dei loro ristoranti. Numerosi flash mob di imprenditori scesi in strada, rispettando tutte le misure di sicurezza, si sono verificati anche il primo maggio.

Sollevati dubbi di incostituzionalità dei decreti del premier: due ex presidenti della Corte Costituzionale, Annibale Marini e Antonio Baldassarre, hanno espresso perplessità sul fatto che non sono indicate date di scadenza e possono essere limitati i diritti di libertà con un D.P.C.M. In questi casi la Costituzione prevede che questi siano regolati con una legge ordinaria, oppure come soluzione, spiega Baldassarre, con l’adozione di un Decreto Legge su cui poi si sarebbe espresso il Parlamento.

Chi sono i congiunti?

Il dubbio più grande che ha scaturito il nuovo decreto è stato il significato di “congiunti”. Le prime indiscrezioni hanno interpretato il termine limitandolo solo ai coniugi e ai familiari. Il giorno successivo alla conferenza stampa, è stato Conte stesso a confermare questa definizione. In contrapposizione, invece, il Viceministro della Salute, Sileri, che il 29 aprile a Un giorno da pecora su Rai Radio 1, ha invece affermato che sono congiunti anche i fidanzati e le amicizie stabili, salvo poi rettificare il giorno dopo restringendo il cerchio al solo caso che questi siano le uniche persone care in città.

A chiarire la questione è stata la FAQ sulla fase 2 sul sito di Palazzo Chigi per cui i congiunti sono: “i coniugi, i partner conviventi, i partner delle unioni civili, le persone che sono legate da uno stabile legame affettivo, nonché i parenti fino al sesto grado (come, per esempio, i figli dei cugini tra loro) e gli affini fino al quarto grado (come, per esempio, i cugini del coniuge)”. Tra questi, specificano gli stessi, gli amici non sono considerati affetti stabili.

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