Huawei, e il protezionismo targato Trump

Le mire del governo cinese, la battaglia di Trump, i dubbi dei paesi NATO.

Sin dal suo insediamento nella Casa Bianca Trump ha dimostrato una tendenza al Protezionismo in campo economico. Il primo paese nel suo bersaglio è la Cina con Huawei a causa del suo immenso volume di esportazioni ma soprattutto del suo ruolo sempre più centrale in campo tecnologico.

I servizi segreti americani infatti temono che il governo cinese possa intercettare messaggi privati o addirittura minare le infrastrutture di telefonia mobile o le condutture di gas in caso di tensione tra le due superpotenze. Una delle aziende di cui Pechino potrebbe servirsi per questo obiettivo è Huawei. Huawei nega ma la legge cinese richiede la subordinazione delle aziende al Ministero dell’Interno e quindi le sue scelte sarebbero orientate dalla politica.

A metà Maggio gli USA hanno annunciato che i telefoni del colosso cinese subiranno restrizioni nell’uso di Google Android e Intel, Qualcomm ed altri sono pronti a subire lo stesso destino.

Inoltre il Pentagono ha invitato i suoi alleati a prendere le distanze dalla casa produttrice di cellulari ma per ora solo l’Australia si è adeguata; altri, tra cui l’Italia, hanno anzi iniziato gli accordi per il 5G. Il forte legame dell’azienda di Ren Zhengfei con la Repubblica Popolare infatti per alcuni è una minaccia alla sicurezza di dati sensibili anche di tipo industriale; per altri un incentivo a mantenere buoni legami, pena il calo del volume di commercio.

Chi vincerà questo scontro sulle nuove tecnologie? L’America al tramonto o l’astro nascente cinese? Senza dubbio ci rimetterà chi non investe in ricerca.

Fonte: New York Times.

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