Un anno di Governo giallorosso

Sembra ieri, quando Matteo Salvini, ancora Ministro dell’Interno, se la spassava per le spiagge di Milano Marittima, tra qualche spritz e le ballerine del Papeete, mentre l’ex capo 5 Stelle Di Maio diceva “Mai con il partito di Bibbiano”. Da quel giorno molte cose sono cambiate.

Le cause della fine del Conte I

Il clima, nella maggioranza, iniziò a surriscaldarsi, dopo le elezioni europee, quando la Lega raddoppiò i voti presi nelle politiche del 2018, mentre i pentastellati sprofondarono al 15%.

La goccia che fece traboccare il vaso ci fu a ridosso della pausa estiva, quando il Movimento fondato da Beppe Grillo, fu l’unico a votare, in Parlamento contro il proseguimento dei lavori della TAV Torino-Lione. A rendere la crisi irreversibile, furono ancora i 5 Stelle, quando, al Parlamento Europeo, fu decisivo il loto voto favorevole alla nomina di Ursula Von Der Leyen a capo della nuova Commissione Europea.

Nello stesso periodo, i sondaggi davano la Lega intorno al 40%, potenzialmente in grado di governare solo con l’appoggio di Fratelli d’Italia, con la possibilità di svincolarsi dall’area europeista di Forza Italia.

L‘8 agosto, in un comizio a Sabaudia, Matteo Salvini annunciò la volontà di interrompere l’esperienza di Governo e di tornare alle Elezioni.

la sera stessa, in una conferenza stampa, anche il Presidente del Consiglio Conte, annunciò l’imminente fine di quel Governo ma non senza un passaggio parlamentare della crisi che arrivò il successivo 20 agosto, con una mozione di sfiducia, poi ritirata, della Lega.

Il Governo Conte II

Il 4 settembre 2019, con la nomina dei Ministri, vide la luce la nuova maggioranza giallorossa, composta da Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Liberi e Uguali (esistente solo come gruppo parlamentare ma non come partito) e aggregatasi dopo una nuova scissione nel PD, Italia Viva di Matteo Renzi, che tanto aveva voluto la composizione di questa nuova maggioranza.

Da quel giorno un “casino” dietro l’altro. Il “Senatore semplice” Renzi, che tanto aveva desiderato questa maggioranza, a distanza di un mese fondò Italia Viva che alla nascita registrava un consenso intorno al 6%, salvo poi attestarsi al 3, superato anche da Calenda e Sinistra Italiana. Questo è il partito che ha iniziato a minacciare in continuazione di sfiduciare il Governo, salvo poi tirarsi sempre indietro perché in un modo o nell’altro è sempre riuscito ad averla vinta.

Il 27 ottobre 2019 finisce male l’esperimento del candidato presidente comune tra PD e M5S per le elezioni regionali dell’Umbria. Con il 57%, il Centro-destra riuscì a vincere, dopo 50 anni, una regione cosiddetta “Rossa”.

Il 26 gennaio, Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, alle elezioni regionali di Calabria ed Emilia Romagna, si presentano separati, i secondi riusciranno a mantenere Bonaccini alla presidenza della regione, mentre il Movimento 5 Stelle si ritrovò con i voti più che dimezzati rispetto alle elezioni precedenti. La Calabria passò, invece, al Centro-destra.

Il Movimento 5 Crisi d’identità

Tornando all’ambito nazionale, nel corso dei primi mesi del 2020, i gruppi di Camera e Senato dei pentastellati si ritrovano con 23 parlamentari in meno con una probabilità che al Senato il Governo non abbia più la maggioranza.

Una delle tante fuoriuscite dal gruppo del Senato

Intanto, il Movimento 5 Stelle, non solo si trovò ad una davanti ad una crisi identitaria che portò alle dimissioni del capo politico Luigi Di Maio ma iniziarono a rinnegare qualsiasi cosa fatta con la precedenza maggioranza gialloverde e altri valori a cui segue un breve esempio.

Taverna insulta Partito Democratico

La prima, ovviamente, fu la proposta di smantellare i decreti sicurezza, nonostante alle elezioni del 2018 si presentarono, nel tema immigrazione, con un’idea politica simile a quella leghista.

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Ma non si parla solo di programma politico ma anche di provvedimenti presi. Pensate solo alla politica dei porti chiusi, che l’allora Ministro dell’interno, Matteo Salvini, non avrebbe mai compiuto senza il consenso del Governo, in particolare dei ministri pentastellati, e soprattutto Tononelli, in quanto Ministro dei Trasporti.

Proprio per questo, è stato lo stesso Movimento a votare l’autorizzazione a procedere contro l’ex capo del Viminale.

Di recente si sono smentiti pure con la regola del doppio mandato e delle alleanze, per cui Virginia Raggi potrà candidarsi nuovamente come Sindaco di Roma, e il Movimento potrà allearsi definitivamente con il PD in stile Ulivo del 1996 – 2007.

La crisi del Coronavirus

Le tensioni per la riforma della prescrizione durano poco. Conte affida la gestione dell’emergenza COVID-19 a un comitato tecnico-scientifico che poi non ascolterà mai, il Commissario Arcuri, s’impegna a non trovare mascherine, tamponi e reagenti, la maggioranza non riesce a trovare un accordo sul decreto aprile che è ormai diventato agosto. E sempre il Premier, a colpi di DPCM (incostituzionali, in quanto la Costituzione prevede una riserva assoluta di legge per le limitazioni della libertà), assume su di se una sorta di “pieni poteri” lasciando ai margini il Parlamento, ridotto a un ruolo di notaio.

Ma le star dell’emergenza non sono solo lievito e pizza fatta in casa, eh no. Nell’ infinità di conferenze stampa, in cui si permette anche di fare attacchi politici, degni della”democrazia” venezuelana, spicca il portavoce del “sommo Premier”, ex concorrente del Grande Fratello, Rocco Casalino, per cui c’era una telecamera ad inquadrare il suo ego.

Una scuola senza pace

La scuola negli anni di Governo Conte non ha mai trovato pace. Prima con il Ministro leghista Bussetti (Conte I), che dichiarò di non voler destinare fondi per le scuole del Sud per carenze d’impegno. L’ex Ministro padano non fu neanche in grado di dare le disposizione sulla maturità 2019, cambiando un mese prima nome e struttura dell’alternanza scuola-lavoro, creando confusione sulla relazione da portare alla prova orale. Si scoprì la struttura dell’esame orale verso il mese di maggio, pensate cosa avrebbe potuto fare in questa situazione.

#CineAzzolina

Dopo una breve permanenza a Viale Trastevere di Fioramonti, dimessosi per la scarsità dei fondi destinati all’istruzione, all’Università e Ricerca venne nominato Gaetano Manfredi, mentre a completare l’opera di un’istruzione sempre più disorganizzata andò Lucia Azzolina.

Cos’ha fatto questa Ministra? Gaffe, ha litigato con Salvini per il curriculum e proposte varie che hanno fatto scatenare l’ira anche dei muri delle scuole. E poi s’è fatta “commissariare” da Conte con la nomina di Domenico Arcuri, come commissario per la riapertura delle scuole.

La prima proposta fu quella di mettere gli studenti in cabine di plexiglas (per la Ministra plexiglass), poi smentita, dopo è la volta dei banchi, e poi la richiesta di buttare giù i muri delle scuole per allargare le aulee, poi è la volta delle lezioni in giardino e nei cinema per far fronte al problema del 15% di studenti che, a causa del distanziamento, non avrebbero trovato posto nelle scuole.

Il caos dei banchi

La vicenda tragicomica dei banchi si sta arricchendo di ulteriori informazioni. Oltre alla gara d’appalto secretata dal commissario, negli ultimi giorni la polemica si è focalizzata in un altro ambito. Secondo alcuni produttori, i banchi con le rotelle non sarebbero a norma, non sono omologati. Mario Giordano, su La Verità, ha posto, su questo proposito, anche un altra questione su chi deve assumersi la responsabilità dell’utilizzo. Ed è sempre lo stesso giornalista a chiedersi come vadano utilizzati in caso di terremoto, dato che non sembrano molto pratici per ripararsi sotto come i banchi tradizionali. Critici anche gli ortopedici per cui i nuovi banchi e le nuove sedie farebbero male alla schiena.

Azzolina prova banco a rotelle

E poi la ciliegina sulla torta, le lezioni nei Bed & Breakfast. Questo è stato il risultato di tre mesi di riflessioni su un’eventuale grande riforma della scuola. Ma non dimentichiamoci i ritardi su tutto, le disposizioni sulla maturità arrivarono a 20 giorni dallo svolgimento dell’esame di Stato, mentre le linee guida sul rientro, fissato per il 14 settembre, sono arrivate a metà agosto. A questo proposito si è espresso proprio l’ex Ministro Fioramonti, per cui le scuole saranno impreparate e potrebbero iniziare le attività didattiche addirittura a ottobre. Infine, pochi giorni fa, si è dato alla fuga l’ormai ex sottosegretario De Cristofaro secondo cui «Lavorare con Lucia Azzolina è impossobile».

Il boom di Speranza

Roberto Speranza, Ministro della Salute con una laurea in Scienze Politiche e segretario di Articolo Uno MDP, è stato lui a dover gestire, in parte, l’emergenza COVID-19. È stato lui ad insidiare e scavalcare, nella classifica del gradimento dei leader politici, il leader della Lega, Matteo Salvini, ormai in picchiata nei consensi come il suo partito.

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Ministro Speranza

Nel mese di agosto, il Ministro, è riuscito a portare a casa uno dei provvedimenti fondamentali per la Sinistra italiana: l’abolizione del supertiket sanitario a partire dal primo di questo mese.

Intanto, nelle ultime settimane, sono state avanzate diverse proposte per il ritorno, della figura dell’infermiere scolastico. Una di queste è stata recentemente approvata alla Camera dei Deputati, una proposta della deputata 5 Stelle Stefania Mammì.

Che futuro ci attende

Il futuro del Conte II è un incognita, come scrive il direttore di La Verità, Maurizio Belpietro, non sappiamo se possa durare “Ancora una settimana, due o un anno”. Molto però dipenderà dalle prossime elezioni regionali del 20 e 21 settembre, quando il Partito Democratico potrebbe confermare il proprio Presidente solo in Campania, mentre le altre Regioni (Veneto, Liguria, Marche, Toscana) vederbbero una vittoria quasi scontata del Centrodestra.

Una situazione analoga si verificò nel 2000 quando, a seguito delle elezioni perse dall’Ulivo, l’allora inquilino di Palazzo Chigi, Massimo D’Alema, rassegnò le dimissioni.

Dimissioni D’Alema

E se questo non bastasse, sono sorti altri malumori con la questione di fiducia posta dal Governo per il decreto COVID che ha allungato lo stato di emergenza fino al 15 ottobre. Il motivo? Il decreto comprendeva anche la proroga dei vertici dei servizi segreti, 50 deputati pentastellati hanno dunque firmato un emendamento per discutere in Parlamento e approvare con legge ordinaria tale provvedimento. A quel punto Il Ministro d’Incà (Ministro dei rapporti con il Parlamento) ha posto la questione di fiducia in modo da far decadere tale emendamento. Il giorno dopo 28 non hanno partecipato al voto, mentre la deputata Piera Aiello ha lasciato il Movimento: «Non mi rappresenta più».

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