Tensione militare tra Russia e Ucraina

Il contesto

Le relazioni geopolitiche tra Unione Europea, Russia e Ucraina vertono soprattutto sul tema energetico e sull’opposizione della partecipazione ucraina ad organizzazioni militari occidentali (NATO in primo luogo – ndr). Inoltre l’avvicinamento alla Russia, voluto dal deposto premier Viktor Janukovyč, che si contrapponeva ad una proposta di accordo con l’Unione Europea, scatenò la rivoluzione del 2014 e la successiva tensione tra i tre attori. La Russia considerò la rivoluzione un vero e proprio colpo di stato e, anche a fronte di un referendum plebiscitario (95.4% favorevoli – ndr), ma non supervisionato da osservatori internazionali, occupò militarmente la Crimea.

 

L’incidente militare

L’annessione della Crimea ha permesso alla Russia di controllare stretto di Kerch e quindi il mar d’Azov (adiacente al Mar Nero e segnalati nell’immagine). Proprio in questa zona, il 25 Novembre, due navi militari ucraine e un rimorchiatore provenienti dal mar Nero, vengono intercettate dalla marina Russa e poste sotto sequestro; una viene speronata e, dalle accuse di Kiev, sulla flotta viene aperto il fuoco da unità militari di terra. Dalle dichiarazioni di Mosca invece le navi ucraine avrebbero violato le acque territoriali russe non rispondendo ai colpi di salva sparati dal loro contingente. Kiev denuncia una flagrante violazione del trattato Russia-Ucraina del 2003 sull’accesso libero al mare d’Azov. Mosca è in grado di controllare al Mar d’Azov dopo aver costruito un ponte (vedi foto sotto) che si trova a cavallo dello stretto di Kerch (dopo l’annessione della Crimea le due sponde dello stretto sono entrambe russe – ndr).

Militarizzazione dell’area

La chiusura dello stretto o l’interdizione delle rotte commerciali ucraine costituirebbe un pesante danno per l’economia di Kiev. Per via della tensione nell’area, le coste circostanti, sono al cento di una militarizzazione da parte di entrambi i paesi (alla fine di settembre gli USA hanno inviato a Kiev due pattugliatori – ndr). C’è da dire che la flotta ucraina può contare su non più di 11 navi da guerra e sei/settemila effettivi. L’unico sottomarino in forza alla Marina di Kiev, un sommergibile di produzione sovietica, si consegnò alla Flotta russa del Mar Nero nel marzo 2014 a seguito dell’occupazione russa della Crimea. Al contrario, da parte russa, la sola Flotta del Mar Nero, ha in linea più di 40 vascelli da guerra di vario genere tra incrociatori, fregate, corvette lanciamissili, e sottomarini d’attacco.

Il ruolo della NATO

La NATO ha condannando duramente l’incidente e potrebbe scendere in campo a salvaguardia delle rotte marittime battute dell’Ucraina. Recentemente le esercitazioni multilaterali “Sea Breeze”, manovre congiunte che hanno coinvolto le forze di oltre 19 paesi NATO svolte sia nel 2017 che nel 2018, hanno dimostrato come l’Alleanza potrebbe “intervenire” per contrastare attività potenzialmente ostili nel Mar Nero. Purtroppo, in questo frangente, anche una missione di pattugliamento potrebbe accrescere le tensioni e portare ad un conflitto con la Russia. Mosca reclama la propria autorità sulle sue acque territoriali e difficilmente sopporterebbe di buon grado un intervento della Nato nella regione.

La strategia di terra

“L’Ucraina era, è e sarà uno stato marittimo” hanno dichiarato in passato i vertici di Kiev consci del fatto il Pil del paese si basa per un quarto sulle regioni che hanno accesso al Mar Nero e al Mar d’Avoz. In virtù di questo, gli interessi economici e quelli di natura militare-strategica devono essere difesi da una flotta adeguata. Nonostante questa ferma consapevolezza, il conflitto mai terminato con la Russia, ha innescato una trasformazione  nelle Forze armate ucraine: Kiev ha forgiato una forza combattente terrestre efficiente (grazie alle forniture statunitensi) divenendo il secondo esercito permanente più numeroso in Europa. La Marina Militare Ucraina è da ritenersi proprio il punto più debole delle forze armate del paese. In uno scontro con la Flotta russa verrebbe annientata in meno di un giorno.

Le ricadute

La tensione tra Ucraina e Russia ha generato delle ovvie reazioni nei paesi direttamente ed indirettamente coinvolti. Europa e Stati Uniti supportano apertamente la tesi ucraina. Il Parlamento di Kiev ha accetto la legge marziale in alcune zone del paese. Il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov ha rifiutato ogni mediazione internazionale. In una telefonata con il presidente polacco Andrzej Duda, Poroshenko avrebbe ottenuto il supporto della Polonia a coordinare i futuri passi per contrastare la “minaccia russa”. Entrambi hanno richiesto all’Unione Europea di introdurre nuove sanzioni. Sia Kiev che Varsavia si sono opposti alla costruzione del gasdotto Nord Stream 2 che collegherà Russia e Germania nel Mar Baltico. Da tempo diverse voci chiedono l’imposizione di penali per impedirne la realizzazione.

L’Europa

Troppo spesso gli interessi economici delle oligarchie della regione gravano sulla vita delle popolazioni. L’inadeguatezza delle risposte diplomatiche dell’UE, per certi versi, hanno avallato il comportamento di uno o dell’altro. L’Unione dimentica che Ucraina significa proprio “terra di confine” ed è il cardine della sicurezza europea. La sicurezza del popolo ucraino, che non si conquista solo con la corsa agli armamenti, è fondamentale per tutta l’Europa.

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