Nord-Sud, il divario che spacca l’Italia

Il grande freno alla crescita del Mezzogiorno continuano ad essere gli investimenti. La Svimez stima per il 2015 l’ennesimo calo degli investimenti lordi nel sud (-1 %) mentre nel Centro-Nord crescono dell’1,5 %. Ma questo è uno dei tanti dati che segnano il divario da sempre esistente tra nord e sud Italia e che la crisi ha contribuito ad incrementare. PIL pro capite, livello di povertà e capacità produttiva sono indici che rappresentano il dramma del Mezzogiorno.

Ma sembrano esserci vaghi segnali positivi: il PIL del meridione crescerà finalmente dello 0,1 % contro però l’1 % del Centro-Nord. Il premier Renzi invita a guardare con ottimismo a questo ritorno al segno +, in attesa di quel vasto ammontare di investimenti promessi dall’esecutivo.

Certo è però che questa distanza siderale tra Nord e Sud rappresenta uno dei più grandi problemi dell’Italia. La crisi, è stato dimostrato, ha colpito decisamente di più la parte già svantaggiata del Paese dove sono stati persi ben 575 mila posti di lavoro e la produzione manifatturiera è crollata del 34,8 %. Dati quasi imbarazzanti che danno l’immagine di una grande parte d’Italia che “cresce” molto meno persino della Grecia. All’esecutivo spetta il compito gravoso di rilanciare gli investimenti nella parte bassa dello stivale e permettere così a tutta l’ Italia di ripartire. Tutti insieme, tutti col segno +.

Fonte: Il Sole 24 Ore

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