#TorVerPills: Elezioni, più liste civiche che elettori

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È finito con un 3-3 l’ennesimo election day per le regionali. Al Centro – Sinistra sono andate nuovamente Toscana, Puglia e Campania (con un plebiscitario 64%), il Centro – Destra è stato riconfermato in Liguria e in Veneto con un 78%, mentre Fratelli d’Italia ha strappato le Marche, per la prima volta, al Centro Sinistra.

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Confronto Italia nel 2015 e nel 2020

I vincitori

Nei dati, sono saltati all’occhio diversi fatti. Il primo è che le liste hanno raccolto più voti dei partiti, infatti in Veneto la prima forza politica è stata la Lista Zaia, in Liguria il primo posto se l’è aggiudicato Cambiamo! di Toti, mentre in Puglia le liste civiche di Emiliano hanno raccolto circa il 24%.

In questa tornata elettorale, l’unico partito che ne esce realmente vincitore è Fratelli d’Italia, l’unico ad aver registrato una vertiginosa crescita nei consensi. È stato poi, un suo candidato, Francesco Acquaroli, a strappare l’ennesima regione rossa al Centro-Sinistra.

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Post Facebook di Giorgia Meloni

Un’altra cosa, non proprio passata inosservata, è stata l’infinità di liste che hanno sostenuto De Luca in Campania ed Emiliano in Puglia, per la precisione 15 (come le Regioni governate adesso dal Centro-Destra), di cui, nella coalizione dell’ex Sindaco di Bari, facevano parte anche liste di Centro-Destra.

I grandi sconfitti

Se la debacle del Movimento 5 Stelle era prevedibile, un po’ meno prevedibile è stato il disastro di Italia Viva e Forza Italia. I primi non si sono rivelati determinanti in nessuna elezione, riuscendo a riscuotere solo un 7,5% in Campania, mentre in Puglia hanno raccolto un misero 1% insieme a +Europa. Il partito di Berlusconi invece non è andata oltre l’8% in Puglia, mentre nelle Marche non è stato particolarmente decisivo per la vittoria di Acquaroli.

La Valle d’Aosta

Per la Regione più montuosa d’Italia, la Lega è primo partito ma dovremo aspettare ancora un po’ per sapere il vero esito delle elezioni. Questo perché, a differenza delle altre Regioni, il sistema elettorale prevede l’elezione consiliare del Presidente.

Il Referendum

L’esito era scontato ma non poi così tanto. Il SI ha vinto con quasi il 70% dei voti ma il fronte del NO, a quanto si era visto negli ultimi sondaggi, ha visto un incremento dei consensi nelle ultime settimane con una crescita di 10 punti percentuali.

Di Maio dopo la vittoria del SI

Ora il prossimo ostacolo sarà la legge elettorale, con la conseguente revisione dei collegi elettorali e dei regolamenti parlamentari.

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