Lean Startup Program: progetti, concetti e immagini dalla Silicon Valley

pika

Ci siamo! Mentre si avvicina sempre più il fatidico 5 Maggio, data dove si concretizzerà di fatto il progetto startup da presentare agli investitori nella giornata del pitch, molti ( ma non tutti) dei ragazzi/e aspiranti imprenditori già hanno organizzato il proprio team e rassettato le idee che presenteranno in un prospetto ai ragazzi di Peekaboo entro la giornata del 2 Aprile.

In ogni caso, questa seconda sessione di incontri svoltasi dal 17 al 31 Marzo ha certamente analizzato più da vicino molti dei concetti “startup” che pure erano stati introdotti nelle prime lezioni; come il Benchmarking ad esempio, ossia la fondamentale autoanalisi della propria idea, valutando se altri competitors ci hanno già preceduto e, in questo caso, cosa possiamo fare noi per spiazzare la concorrenza.

Abbiamo inoltre anche centrato il focus insieme al preparatissimo Paolo Napolitano, responsabile dell’Open Community di Peekaboo sull’aspetto del Design Thinking, che altro non è che il processo mediante il quale attraverso le varie fasi di esso si definisce, prototipa e testa la propria idea sul mercato di riferimento registrando i vari feedback preliminari che l’ambiente ci invia. In questo ambito è emerso che non necessariamente servono grandi quantità di dati o prototipi perfetti dell’idea per presentarsi davanti ad un investitore, ma si rivela preferibile un’analisi anche più ristretta purché dimostri di avere un alto grado di attendibilità così come, un prototipo, è sufficiente che dimostri il funzionamento base del nostro progetto, senza che abbia altri fronzoli o sia necessariamente perfetto in tutti i suoi aspetti.

Ma questi giorni del Lean Startup Program oltre che densi di nozioni, sono stati arricchiti dalle esperienze di diversi giovani founder di Startup anche vicine al nostro panorama romano, tra cui spicca di certo Luca Magarò con il suo “FAMO COSE“.
FAMO COSE è un makerspace dove è possibile concretizzare la propria idea attraverso l’utilizzo condiviso di strumenti tecnologici come stampanti 3D e laser cutter, ma anche attraverso classici strumenti manuali come utensili di falegnameria e quant’altro.

Non ci sono state raccontate solo esperienze capitoline però, ed infatti nell’ultima giornata di ieri Gianluca Mauro ha aperto a tutti i ragazzi/e del Lean Startup Program uno scorcio sul mondo della Silicon Valley da lui visitato.
La Silicon è il posto dove, in una strada, si concentra oltre il 60% degli investitori del mondo; dove se non cresci ad un tasso minimo del 5% settimanale sei fuori dai giochi; dove per essere appetibile devi garantire al tuo finaziatore oltre 10 volte il ritorno del capitale da lui investito e dove, uno stipendio base, si aggira sui 120.000 dollari l’anno.
Tutto rose e fiori quindi? Non proprio, perché oltre al grande problema della sostenibilità del sistema dove tutto è accelerato allo stremo, uno dei grandi deficit della Silicon Valley sono i..talenti mancanti.
Infatti c’è letteralmente una ricerca spasmodica dei cervelli migliori, qualità che se particolarizzata al Bel Paese certo non manca, visto che siamo lo Stato con la più alta percentuale di esportazione di talenti.

Il sogno Silicon è comunque possibile da raggiungere se si è disposti a lavorare 12 ore al giorno per 12, 18 o 24 mesi ed essere e dimostrare di essere i più preparati e capaci nel proprio lavoro anche se, ricordiamo, il settore interessante per la famigerata Valley rimane comunque quello delle tecnologie in senso stretto.

Noi di UnInFormazione, comunque, non possiamo che rimanere sintonizzati sul pezzo aspettando la terza e penultima ” Development Phase” che partirà dal prossimo 5 Aprile, aggiornandovi sempre sugli ultimi sviluppi del Lean Startup Program.
Alla prossima!

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