Internet e Cloud: il Mondo Sommerso

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Questo articolo sarà leggibile pressocché in qualunque parte civilizzata del mondo fin dal momento della sua pubblicazione. Com’é possibile?

Secondo un articolo del New York Times: “Internet è costituito da minuscoli frammenti di codice che si muovono in tutto il mondo, viaggiando lungo fili sottili come una ciocca di capelli infilata sul fondo dell’oceano.” Immaginate una rete “autostradale” di dati che passi prevalentemente sott’acqua: questo è il mondo delle reti sottomarine.

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“People think that data is in the cloud, but it’s not. It’s in the ocean.” Jayne Stowell, supervisore della Curie, la rete subacquea di Google che collegherà Stati Uniti, Panama e Cile.

La Rete Sottomarina: Cos’é?

Può sembrare un’assurdità ma in questo momento circa 1.250.000 km di fibra ottica corrono per tutto il globo al fine di permettere la trasmissione di dati e di supportare l’insaziabile domanda di comunicazione ed intrattenimento. Ed è principalmente questa domanda ad alimentare il business delle reti sottomarine: sebbene sia evidente l‘importanza strategica delle reti di connessione per i Paesi coinvolti, scopriamo che i principali attori nella costituzione dei cablaggi sottomarini siano aziende multinazionali, portatrici soprattutto di interessi privati.

Colossi come Google, Amazon e Facebook finanziano i progetti delle reti sottomarine attraverso cospicui investimenti al fine di costituire delle strutture di connessione private. In particolare la Curie è la rete di Google che collega gli Stati Uniti con Panama ed il Cile.

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Il cavo della Curie è in grado di trasmettere fino a 72Tbps dagli Stati Uniti all’America del Sud e sarà riservato all’uso di Gmail, YouTube, del Google Search e del Google Cloud.

Per realizzare una rete simile è necessario l’impiego di navi tecnologicamente avanzate disegnate per trasportare approssimativamente 6000 km di cavo sottomarino (dal peso complessivo di 3500 tonnellate) e manovrare dalla superficie giganteschi robot subacquei che hanno lo scopo di installare e fissare i cavi sul fondo marino. Lo scopo di tali macchine è quello di agevolare i percorsi e di scavare dei profondi solchi affinché i cavi, adeguatamente sotterrati e fissati, possano sopportare le correnti marine e garantire almeno 25 anni di utilizzo.

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Esempio di ROV, sottomarino a comando remoto utilizzato nella realizzazione delle reti di fibre subacquee.

Nonostante l’implementazione di nuove tecnologie wireless e satellitari il cavo rimane il mezzo più rapido, efficiente e meno costoso per inviare informazioni attraverso l’oceano. Ad oggi la connessione via cavo rappresenta il 97% delle telecomunicazioni di tutto il mondo. Ma, come potete immaginare, tale scelta non è affatto economica. Gli esperti sostengono che i progetti sottomarini possano costare fino a 350 milioni di dollari, a seconda della lunghezza e della complessità del percorso.

Reti Sottomarine: una Infrastruttura Critica

Trovo che sia importante che i paesi che condividano tali reti di comunicazione ne riconoscano l’importanza strategica, tuttavia tale considerazione da sola potrebbe non bastare. Si rende necessaria una azione di monitoraggio e di difesa dei cablaggi in questione? Secondo l’ex ammiraglio della marina statunitense James G. Stavridis: “Le forze dei sottomarini russi hanno intrapreso attività di monitoraggio e targeting dettagliate nelle vicinanze dell’infrastruttura di cavi sottomarini del Nord Atlantico“. Questo interesse da parte della marina russa ha comportato una seria preoccupazione per gli Stati Uniti. Chiunque, infatti, conosca la posizione dei cavi sottomarini potrebbe compiere un azione di interruzione al fine di danneggiare o impedire le telecomunicazioni di un paese. Oppure al fine di danneggiare la linea legata ad una società a beneficio di un altra.

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Il Typhoon, enorme sottomarino russo che negli anni ’80 inspirò il celebre romanzo “Hunt for Red October” di Tom Clancy.

In un contesto differente, l’Australia ha di recente bloccato i lavori su di una rete privata legata a Huawei, contestando che la Cina avrebbe potuto sfruttare il colosso di Shenzen per azioni di spionaggio. Tali controversie non riguardano solo i cablaggi sottomarini che connettono l’Australia con il resto del Mondo, ma anche la nascente rete 5G. Esiste la preoccupazione diffusa che il governo di Pechino possa obbligare la multinazionale a trasmettere dati sensibili raccolti tramite i propri ponti, compromettendo la sicurezza nazionale dei paesi coinvolti nella realizzazione di tali infrasttutture, Italia compresa. Sempre secondo l’ex ammiraglio: “Non c’è modo di impedire a Huawei di costruirle, o di impedire ai proprietari privati ​​di contrattare con le imprese cinesi per modernizzarle, basandosi esclusivamente sui sospetti“. Egli auspica che gli stati interessati usino: “la loro capacità di raccolta di informazioni e di cibernetica per raccogliere prove concrete di spionaggio. Questo sarà impegnativo: le imprese cinesi sono tecnologicamente sofisticate e intrecciate con uno stato di polizia virtuale”.

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