Sergio Marchionne; il manager che salvò la FIAT

FIAT E Chrysler

Sergio Marchionne, il manager che salvò la FIAT e la Chrysler dal fallimento era un uomo semplice. Nato il 17 Giugno del 1952 a Chieti, lasciò l’Italia alla giovane età di 14 anni per andare a vivere a Toronto. Laureato in filosofia presso l’Università di Toronto, decise poi di migliorare le proprie conoscenze in Giurisprudenza ed Economia. Si laurea con il massimo dei voti in Giurisprudenza all’università di York (Ontario, Canada) e successivamente prende un master in business administration presso l’Università di Windsor (Ontario, Canada). Comunemente riconosciuto come il top manager con il maglione è colui che ha fatto si che la FCA (Fiat) diventasse una delle sette imprese automobilistiche più potenti al mondo.

L’arrivo al Lingotto a Torino

Il 1° Giugno del 2004 Sergio Marchionne mette piede al Lingotto a Torino. Nell’azienda degli Agnelli trova una situazione di perdita secca di un miliardo e mezzo di euro, da sommare a quasi due miliardi di rosso dell’anno precedente e una quota delle vendite nella penisola del 20% rispetto al mercato automobilistico, un calo del 15% in soli 10 anni.

Situazione critica della FIAT 

Marchionne stesso afferma “Quando sono arrivato, nel 2004, ho trovato una struttura immobile, chiusa su se stessa, che prendeva come base di riferimento i propri risultati invece delle prestazioni della concorrenza. Aveva perso la voglia e l’abilità di competere e di confrontarsi con il resto del mondo”

Le parole del Manager e la speranza per un futuro migliore

Ritroviamo la sua idea di leadership in molti suoi discorsi, come raccontato nella letio magistralis per l’inaugurazione dell’Università di Modena.

“Ho iniziato l’Università a Toronto iscrivendomi a filosofia, ciò che più mi appassionava. Poi, mi sono dedicato ad altri studi, facendo il commercialista, l’avvocato e infine il dirigente nel settore automobilistico. Non so se la mia passione giovanile per i grandi pensatori mi abbia reso oggi un manager migliore, ma so che da quando ho intrapreso questa attività molte vecchie idee, nozioni, convinzioni non esistono più. Spesso mi domandano come sono riuscito a invertire il destino di due aziende decotte. Potrei dirvi di aver rimosso la loro struttura gerarchica, distribuendo poteri e autonomia decisionale e spostando il focus sulla selezione e sullo sviluppo dei leader, tuttavia il primo gradino verso il successo è stato per me il riconoscimento dell’importanza cruciale del rapporto umano. Sì, l’essenza della vera leadership non può non essere questa: assumere su di sé l‘obbligo morale di fare, di partecipare al processo di costruzione del domani, tanto nell’impresa quanto nella società, sentire cioè la responsabilità personale di restituire alle prossime generazioni la speranza di un futuro migliore”

Il manager era solito mandare ai propri dipendenti, appena assunti, una lettera motivazionale. Questa è la lettera che successivamente alla sua morte è diventata iconica del modo di fare impresa di Sergio Marchionne.

Caro collega,

Esiste un mondo in cui le persone non lasciano che le cose accadano. Le fanno accadere. Non dimenticano i propri sogni nel cassetto, li tengono stretti in pugno. Si gettano nella mischia, assaporano il rischio, lasciano la propria impronta. È un mondo in cui ogni nuovo giorno e ogni nuova sfida regalano l’opportunità di creare un futuro migliore. Chi abita in quel luogo, non vive mai lo stesso giorno due volte, perché sa che è sempre possibile migliorare qualcosa. Le persone, là, sentono di appartenere a quel mondo eccezionale almeno quanto esso appartiene loro. Lo portano in vita con il loro lavoro, lo modellano con il loro talento. V’imprimono, in modo indelebile, i propri valori. Forse non sarò un mondo perfetto e di sicuro non è facile. Nessuno sta seduto in disparte e il ritmo può essere frenetico, perché questa gente è appassionata – intensamente appassionata – a quello che fa. Chi sceglie di abitare là è perché crede che assumersi delle responsabilità dia un significato più profondo al proprio lavoro e alla propria vita.

Benvenuta in quel mondo

Benvenuta in Fiat Chrysler Automobiles

Lapo Elkann

Lapo Elkann, il nipote di Gianni Agnelli, ha sempre avuto uno stretto legame con Marchionne. Era padrino della nuova 500 e responsabile marketing e relazioni pubbliche durante il rilancio della FIAT. Lapo Elkann è sempre stato grandemente riconoscente nei confronti del manager che ha salvato le aziende degli Agnelli, e che lo ha reso protagonista di uno dei momenti più iconici dell’azienda torinese. Queste le sue parole alla scomparsa del manager.

“Profondamente grato per tutto quello che mi hai insegnato e tutto ciò che hai fatto per me, per la mia famiglia e per tutte le aziende”

 

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